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I racconti della mattonella:La psicologia della mattonella


Capito' cosi'. Per gioco indovinava i sentimenti degli esseri che abitavano le mattonelle del suo bagno. Non si trattava di semplici macchie bianche su sfondo nero, come aveva precedentemente pensato. Erano vive, pensanti esseri dotati di emozioni. Emozioni a tonnellatte. Bastava star lì a guardarle per fare indigestione di emozioni. Ognuna con un odore specifico, ognuna con una consistenza diversa, ognuna con un sapore distinto. Nutrimento e bellezza. Mia non poteva sapere di essere come un affamato nel deserto che iniziava a ingoiare sabbia. Non sapeva. talvolta ciò che ci ha salvati in un'epoca è la nostra rovina in un'altra. Ironia.Le venne offerto il bicchiere. e bevve. piccoli sorsi, piccoli sorsi.Quando questi maghi perduti nel vento, quando queste fate invecchiate negli occhi di chi cercava occhi da guardare, ebbero nomi e personalità, quando lo spazio tra il mondo della ceramica ed il mondo degli esseri fatti di globuli rossi e pelle ed ossa ed infinite solitudini si fece più simile, allora e solo allora questi esseri si misero a parlare. ed ogni volta che mia indovinava le loro vite ed i loro sguardi, loro le regalavano la stanza dei desideri. Si facevano da parte sulla mattonella, ridacchiavano, potevano essere dispettose e fare qualche bizza, potevano essere imbronciati e fingere che lei non li avesse indovinati, potevano essere docili e affabili, raccontare a loro volta qualche segreto misfatto del vicino di mattonella, le solleticavano le dita dei piedie poi il viso e dopo qualche attimo era di là, aveva passato il passaggio segreto.Nessun insegnante di psicologia le avrebbe mai insegnato quello che le avevano insegnato le mattonelle del suo bagno.