Latte di nuvole

Post N° 112


....Qualche istante prima che le nostre labbra si unissero ricordo che i miei sensi pungevano, tanto erano acuiti da quell’interesse che sempre anima gli avvenimenti che abbiamo lungamente atteso.Avevo 17 anni e finalmente stavo per girare da protagonista la scena del mio primo vero bacio con la sensazione di essermi dedicato a lungo a imparare bene la parte e di poterlo adesso spavaldamente dimostrare.Avevo conosciuto Maria qualche giorno prima sulla spiaggia sassosa del paesino in cui villeggiavo con famiglia e parenti. Poche case distribuite attorno alla strada principale che, all’uscita dell’ultimo casello dell’autostrada, si intraprende per dirigersi da Messina a Palermo e qualche villino sorto in basso verso il mare al riparo dei folti canneti o posizionato sulla collina tra il grigio verde di ulivi secolari.Di lei ricordo il viso, bello, dai tratti regolari e morbidi, la bocca con le labbra piene e dai contorni delineati, gli occhi profondi e scuri come i capelli che portava lunghi e sciolti fino a coprirle quasi per intero la schiena intensamente abbronzata come il resto del corpo.Altrettanto bello che il viso era il suo seno prosperoso, eretto e teso nel bikini come solo la natura di una diciassettenne può donare e permettersi di assicurarlo come veritiero al di sopra degli inganni di sofisticati reggiseno o del ricorso di abilità chirurgiche.Maria aveva abitato per molto tempo in Germania e solo da un anno era venuta a stare dalla nonna assieme al fratellino mentre i genitori, con un’altra figlia, lavoravano ancora all’estero pur avendo programmato il ritorno in Italia e il ricongiungimento della famiglia.Le incomprensioni con la nonna e il senso di solitudine che aveva avvertito in quell’anno contribuirono indubbiamente a esaltare gli effetti del mio corteggiamento.La facevo sorridere in un periodo in cui aveva bisogno di sorridere.Non c’era sentimentalmente altro da parte di entrambi e non c’è stato tempo per altro che non fosse quel mio primo bacio che ho avvertito come qualcosa di inaspettatamente fisico, una lingua che si accalca su un’altra lingua e ne mischia i sapori bagnati. Sapori buoni e meno buoni. L’indomani Maria mi disse che non aveva intenzione di dare un seguito all’incontro della sera precedente adducendo il rimorso per un improvviso fidanzato in Germania.Capii che lei aveva compreso che dopo il periodo vacanziero non ci sarebbe comunque stato nessun seguito per quell’idillio e a quel punto aveva riflettuto sul fatto che non valesse la pena che certe chiacchiere giungessero alle orecchie della nonna.Inoltre, prima di me, aveva forse riconosciuto che per creare una buona storia non conta una parte imparata bene quanto un soggetto e una sceneggiatura coinvolgente e interessante.