suni à paris

AVANTI...


E’ quasi Natale!Fa freddo e piove. Ma il cielo si sta schiarendo e diventa azzurro cupo.La tesi è fatta. Devo sistemarla un pochino, mettere a posto le note e le citazioni e rivedere qualche passo, ma il grosso c’è e ieri sera alle dieci ho messo il punto finale dell’ultimo paragrafo.Poi ho fumato, sono uscita e mi sono sbronzata fino alle sei e un quarto del mattino. Metodicamente. Era il compleanno di Marta –una delle spagnole, non la mia amiketta- e ha fatto una festa enorme in casa di un amico. Lei è quella che fa sempre le feste a casa sua a cui vado e puntualmente mi riduco a uno straccio intriso d’alcol, ma ieri sera essendo il suo compleanno invece di fare da lei a Gambetta si è spostato tutto da Sebastien, un altro amico, per avere più spazio. Vi lascio immaginare il caos. Io sono arrivata a mezzanotte, mi sono appropinquata a uno dei tre tavoli del bere –li avevano disseminati per la casa per essere sicuri che uno non potesse proprio evitare di ubriacarsi- e poi ho comninciato a volare sempre di più fino a quando stamattina Blanca ha deciso che dovevamo trascinarci a casa. Fortuna non eravamo lontane.La casa era veramente bellissima e grandissima. C’era Irene e Elena e Axel e Alba e Imad e Florian e Valentin e Jalil e Amin e un amico di Elena molto simpatico e discretamente carino che si chiama Thomas. Insomma c’erano le persone che vedo più spesso a Parigi quasi tutte lì ed è stato davvero carino. Ho chiacchierato con le solite seimila facce sconosciute con cui blatero sempre alle feste di Marta e Valo e credo di essere stat completamente cretina come al solito perché ero proprio sbronza. Imad ogni tanto mi guardava e scoppiava a sghignazzare come davanti ai pagliacci, mi abbracciava con due pacche sulle spalle e mi chiedeva se potevo davvero stare in piedi. Ogni tanto mi dà l’idea che pensi che sia veramente una bambina. Non è che io faccia molto per non dare quest’impressione.Amin è il suo coinquilino. E’ un ragazzo grande e grosso ed è una delle persone più simpatiche di sempre. E’ molto intelligente e molto acuto, veramente colto. Mi trovo benissimo con lui e sono contenta di averlo conosciuto, ma dopo Natale va a stare in Martinica per un dottorato di tre anni. Mi spiace, anche perché non ne ha voglia. La Martinica non gli piace, a quanto pare. E poi dice che tre anni fa è venuto a Parigi ed è già stato un bel cambio da Casablanca.A me davvero è dispiaciuto. Lo conosco da un mese e l’ho visto pochissime volte ma ieri sera abbiamo parlato un casino e sarebbe una persona di quelle da avere in qualche parte della vita, e andartici a fare una gustosa birra chiacchierina quando hai due ore libere.Intanto c’è qui Nando che è venuto da Roma, e io a stento riesco a parlare. Sono le sette di sera e la giornata è scivolata via senza fare altro rumore che il picchiettio della pioggia. Faccio fatica persino a stare dritta sulle gambe. Venerdì sera, invece, dovevo andare con Imad al cinema a vedere il film nuovo di Coppola, dovevamo vederci a Les Halles alle nove e la proiezione iniziava alle nove e un quarto. Alle nove e trenta precise siamo riusciti ad incontrarci ad una delle trecento uscite di quella maledetta stazione della metro, e per giunta nessuno dei due aveva l’indirizzo del cinema. Ho riso quel tanto che bastava e mi sono lasciata trascinare ad un biliardo con i suoi amici perché avevo appuntamento con Blanca e Nando solo alle undici e un quarto.Il biliardo con sei marocchini amici d’infanzia e tu come unica donna presente è un’esperienza formativa interessante. Mi son ben guardata dal giocare e mi sono divertita molto, anche se ovviamente c’erano svariati stralci di conversazione che non mi venivano tradotti in francese. Ho anche intavolato un bella discussione teologica profonda con Imad e Amin al termine della quale ognuno aveva conservato fermamente la propria idea di partenza ma tutti e tre eravamo molto contenti di averla esposta con pacatezza.Giovedì sera invece sono andata con Arthur da Max, quello grosso e ubriacone che mi fa ridere. Siamo stati a casa sua per tre orette, c’erano anche altri tre amici. C’è stato un bell’excursus che ho ascoltato avidamente sulla musica francese e poi un po’ di conversazioni molto carine sui vari posti in cui avevamo vissuto. Ho riso molto. Max viene dalla campagna e ha la stanza piene di poster della proloco del posto, sembra un ufficio del turismo.Insomma, tiro avanti. Potrebbe andare molto peggio, e alla fine nonostante la paura e l’incertezza sono in qualche modo anche serena. Sicuramente contenta pur essendo spavantata e dell’essere spaventata al tempo stesso. Tutto sommato il dubbio mi piace, è fertile. L’incertezza apre un ampio ventaglio di prospettive che la stabilità rende troppo lontane. Immagino le mie incognite sull’avvenire come una lunga linea diagonale in grafico, che sale verso l’alto tendendo a cercare sempre più chiarezza. E in pittura è la linea diagonale ad esprimere energia e dinamismo.Un sorriso a tutti.