suni à paris

Pillola di autoanalisi


Va bene. Ogni tanto ci vuole. Partiamo dai presupposti: la novità-romain è ricomparsa brevemente in nottata – brevemente mica tanto, calcolando il numero di ore. Ma è stata una sola comparsa e per questo dico brevemente. Niente di stabile.E io sono stata, lo ammetto, stronza. Non che lui sia un tesoro, diciamocelo, ma questo non mi giustifica e infierire su una persona quando la vedi a terra non è mai un bel gesto. E’ anche troppo semplice ed è, ecco, meschino. Io non voglio essere meschina.Blanca mi ha fatto notare questa mia stronzeria nell’occasione in questione – non ho nemmeno voglia di scendere nei dettagli, è stato un gesto di puro egoismo – e io, non so bene perché, mi sono messa a pensare. Mi sono data questa giustificazione che nemmeno lui blablabla. Ma mi sono resa conto che, appunto, non è una scusa. Nemmeno mi avesse fatto qualcosa di male, mi avesse seriamente ferita, ma no. E allora sono passata al mio non voler essere una persona meschina. Ed è a questo punto che è scattata l’autoanalisi. Sono brava a pensare a cosa non va fatto, a cosa è scorretto e crudele e – ribadiamolo – meschino, ma poi al momento del dunque non sono certo esemplare. E mi è partita la riflessione sull’immagine che posso aver dato di me ai suoi occhi, di come spesso il mio comportamento sia ad anni luce da quello che vorrei a causa di insicurezze e paranoie e complessi del cavolo – soprattutto nei confronti dell’universo maschile – che dovrei decidermi ad affrontare una buona volta invece di barricarmici dietro e usarli come scuse.Cioè, se mi guardo attraverso i suoi occhi vedo esattamente l’immagine della stronzetta spocchiosa e venefica che non voglio dare e non penso di essere. Una fighetta al vetriolo ermetica, scostante e supponente che sputa fuori pochissime parole e quelle poche sono aggressive o condiscendenti o peggio ancora moraliste, come se avessi qualcosa da insegnare a qualcuno. Io. Ma figuriamoci. Divento rigida, misurata e quasi altezzosa, e io non sono niente di tutto questo. Io sono solo un concentrato di paure, diffidenza e scarsa fiducia nel prossimo – sentimentalmente parlando. E siccome lo so vedo nella prospettiva autentica i miei stupidi atteggiamenti, ma lui, o chiunque altro, cosa cavolo ne sa? Se lo deve inventare, deve essere un medium per capirlo.Oggettivamente, pretendo troppo dalla gente. Nessuno sa leggere nel pensiero.Che poi possa essere uno stronzo anche lui è un discorso a parte.…In tutto ciò, la ricomparsa della novità-romain non influisce in nessun modo sui miei piani fantasiosi a proposito di Jann.Seriamente, penso di essere pazza.