Un buon libro, l'ultimo che ho letto. Certo non uno dei più recenti, la prima edizione risale al 1963.: “Un amore” di Dino Buzzati. Nella cornice di una Milano grigia, caliginosa e triste, fra salotti di case d'appuntamento e strade impregnate degli odori dei "camini, sfiatatoi delle caldaie a nafta, ciminiere delle raffinerie Coloradi, camion ruggenti e fogne", si sviluppa la vicenda dell'architetto Antonio Dorigo, 49 anni, che incontra una giovanissima squillo, sedicente ballerina del teatro alla Scala di Milano. Egli è dipendente dal rapporto di prostituzione; le ventimila lire sborsate per una prestazione sessuale gli consentono di varcare un universo proibito, attraverso il quale accostarsi a quella «creatura straniera che è la donna, creatura di un altro mondo vagamente superiore e indecifrabile». Una travolgente passione, gioita e sofferta in uno stato di quasi ossessivo rapimento. Lo scrittore si rivela molto capace di esplorare una dimensione, quella del sentimento, di primaria importanza e di descrivere con finezza la parabola di un amore vero, di una limpidezza esemplare, ma destinato a smarrirsi come in un labirinto.
Fra le tante pagine:
Dorigo allora capì improvvisamente il loro segreto, il perchè da immemorabili secoli le ballerine fossero il simbolo stesso della femmina, della carne, dell'amore. Il ballo era, egli capì, un meraviglioso simbolo dell'atto sessuale. La regola, la disciplina, la ferrea e spesso crudele imposizione, alle membra, di movimenti difficili e dolorosi, il costringere quei corpi verginali a far vedere le più riposte prospettive in posizioni estremamente tese e aperte, la liberazione delle gambe, del torso, delle braccia nelle loro massime disponibilità: tutto questo era per la soddisfazione del maschio. A cui le ballerine, con impeto, con patimento, con sudore, si abbandonavano. E la bellezza stava appunto in questo appassionato e spudorato abbandono. Senza che loro ne avessero il più lontano sospetto, era tutta un'ostentazione, un'offerta, un invito al congiungimento carnale. Quelle bocche socchiuse, quelle bianche e tenere ascelle spalancate, quelle gambe divaricate allo spasimo, quel protendere in avanti il petto in atto di olocausto, quasi gettandosi fra le braccia ardenti e insaziabili di un invisibile e insaziabile dio. Con geniale sapienza i grandi coreografi avevano stilizzato questo fenomeno sessuale in atteggiamenti apparentemente casti e accettati da tutti. Ma dentro permaneva la carica. Cosicchè, per uno che sapesse vedere, una seguenza di passi classici riusciva di gran lunga più forte che la lubrica danza del ventre di una spogliarellista da night. Erano cose che naturalmente nessuno osava confessare a voce o scrivere, per quella folle congiura di ipocrisia che nasconde il mondo dell'amore. Le rozze e lascive profferte carnali delle prostitute di postribolo risultavano una ridicola commedia al paragone degli allusivi e maliziosi adescamenti delle ballerine, che penetravano nel profondo.
"La consolazione, la felicità era tale che il modo di raggiungerla non aveva più alcuna importanza" .
Devo ammettere che "le ventimila lire sborsate..." mi hanno spiazzato. Poi ho letto che è del 1963 ed è stato tutto più chiaro :) Bello il testo, effettivamente nel ballo si può vedere anche un'offerta in tal senso.
:) soprattutto per il protagonista Dorigo, infatuato di una danzatrice. La passione per lei lo trascina a vedere la danza sotto questo affascinante ed esaltante punto di vista. Piace anche a me questa pagina, come anche altre. Bello averti qui. Ciao
Stimolante il tuo post...dopo tanto silenzio 'pubblico'...specie di Quaresima (sorrido).Forse Dorigo è arrivato a un passo dalla perfezione...(la squillo-ballerina non so,bisognerebbe aver letto il libro...)La sessualità puo' diventare la strada maestra alla comunione integrale."Diventare una sola carne" (Efe 5:31).Al contrario di quanto comunemente si pensi (eredita' deviata dalle correnti medievali e sessuofobe del Cattolicesimo) nel Cristianesimo la carnalita' esiste,ma non è fine a se' stessa.Buona Pasqua ;)
In effetti, se estrapolato dal contesto dell'intero racconto, la pagina che ho scelto è di forte impatto. Ma, conoscendomi un po', tu sai che io non scindo la sessualità dall'amore poichè solo nella relazione d'amore, nel mio sentire e vivere, la sessualità è sacralità... e questo libro ci narra di un amore vissuto, sofferto... ed infine compreso nella sua totalità.
"Diventare una sola carne" (Efe 5:31) Si. Buona Pasqua a te, grazie :)
il mio augurio sincero
per un mare di serenità e di pace
e di gioia e levità
nel pensiero e nel cuore ...
virgola
"Diventare una sola carne" (Efe 5:31) Si. Buona Pasqua a te, grazie :)