A VOLTE SANGUINO

CAPPUCCETTO ZOZZO


C’era una volta una bambina, di 44 anni, che viveva in una periferia di una grande città, si chiamava cappuccetto zozzo. Cappuccetto zozzo era stronza ma più di lei lo era la sua mamma. La sua mamma, tale Geronima calze a rete strappate, per potersi permettere la smart, la famosa automobile portatile, sfruttava la sua piccina costringendola a portare i panetti alla nonna e per soggiogarla psicologicamente faceva di tutto per farla sentire in colpa usando frasi scagliate come sassi. “Cappuccetto zozzo! Cappuccetto zozzooo! Smettila di giocare col vibratore e porta la roba alla nonna che sennò sta male!” quel sennò sta male era il ricatto preferito dalla madre “sì mamma, ora vado però non mi rompere sempre i coglioni quando sono solo al quinto orgasmo. Ma lo sai che in America hanno pubblicato uno studio dove hanno visto che una masturbazione interrotta all’improvviso crea il famoso complesso del gatto?” rispose la bambina. “del gatto?” disse la madre “sì del gatto….del famoso gatto attaccato ai coglioni quale tu sei!!!” esclamò la piccina che sbattendo la porta uscì di casa. Geronima era incazzata come una scimmia incazzata. Prese il telefonino e compose un numero. Era libero “tuuuu tuuuu tuuuu clic cla cosa vuoi ancora?” era cappuccetto zozzo “Primo non ti permettere più di uscire di casa senza prendere la roba per la nonna e secondo visto che fai la simpatica da oggi niente più vibratore e manga erotici” “mamma no dai lo sai come sono fatta” piagnucolò la piccina “ma come dopo che ho speso un capitale per farti disintossicare in quella clinica Americana dove è andato pure lapo alkan tu continui a farti…. e magari pure con la robba della nonna eh!?” “no no la roba della nonna non la tocco non ti preoccupare, io mi servo da gigi er paninaro rampante” “ah meno male… allora sbrigati e vieni a prendere i panetti che io poi devo andare a lavorare” “sì arrivo ma il vibratore? Me lo fai usare?” “si vedrà, dipende da te.... se farai la brava con lo zio... allora forse... ”  Calavano le prime ombre della sera ed i lampioni si stavano accendendo quando cappuccetto zozzo con i suoi panetti si inoltrò nella grande metropoli dove viveva la nonna. Nello stesso momento la mamma Geronima stava uscendo di casa per andare ad esercitare il suo mestiere…… “trallallero trallalà me ne vo per la città’…..” canticchiava cappuccetto zozzo. La notte con la sua cupidigia aveva già avvolto la metropoli. Cappuccetto zozzo, sola e indifesa, era entrata nel quartiere dei lupi mannaggia, dietro ai quali si celavano le identità di padri di famiglia, preti, politici, personaggi del jet set che di giorno conducevano una vita normale, ma la notte si trasformavano negli oscuri lupi mannaggia!!!. “Ciao bella bambina…” un uomo senza età con la camicia a righe si piantò di fronte alla piccola “ciao” rispose lei “dove stai andando a quest’ora? Non è tardi per essere ancora in giro per una bambina piccola come te?” disse lui “vado dove mi porta la fantasia…E non è tardi perché sai, tutto è relativo!!! Ad esempio: per me non è tardi perché non ho fretta, probabilmente per te ora è tardi, perché proietti su di me un luogo comune diffuso, dove le bambine a quest’ora devono stare in casa a sgrillettarsi davanti alla tv, sgranocchiando deliziosi biscottini al sapor di pistolino, guardando ipotetici talk-show dove si parla della discriminazione femminile nei confronti di uomini domitilli alienati, depressi e con la sindrome premestruale latente” era la risposta che la mamma le aveva insegnato.Risposta da usare con chi le avesse fatto domande scomode come, ad esempio, ma è vero che sei ancora vergine di naso?...... “Ma lo sai che gli uomini di questi posti la notte si trasformano e le bambine come te se le portano in discoteca?” “Ah sìììì-i?” “Si è proprio così” ed un ghigno famelico si disegno sulla faccia senza volto dell’uomo senza età. “ma esistono ancora le discoteche in questo quartiere?” chiese incuriosita cappuccetto zozzo “sì ma solo di venerdì 13, ed oggi è venerdì 13!!!” i suoi occhi sputavano fuoco ed era evidente che aveva un’erezione pruriginosa e polluziante. “scusa amico ma oggi è venerdi 17 e non 13” “ma che dici, che ne vuoi sapere tu che giorno è oggi! se ti dico che è venerdì 13 ci devi credere e poi guarda il calendario” dalla tasca tirò fuori un caledndario tascabile di quelli che si trovavano tanto tempo prima sugli altari delle chiese cattoliche. La bimba guardò affascinata quel vecchio calendarietto e poi scoppiò a ridere “embè? Che c’hai da ridere?” “grande uomo che sai tutto guarda l’anno e t’ho distrutto” l’uomo che nel frattempo dall’erezione era passato alla trasformazione in lupo mannaggia si rese conto della figura cacina che aveva fatto e capì che aveva torto ed oggi era il 17 ed il 17 sono aperte le balere del liscio e non la discoteca!!!! “Mannaggia, mannaggia e mannaggia tutta colpa di quella troia di mia moglie che m’infila i calendari dappertutto anche dove non batte il sole!! e mannaggia questo era una rimanenza cattolica ed ora come fò: in discoteca non ti posso portare e quindi mannaggia e rimannaggia….. era tutto perfetto ti avrei portato sulla strada della perdizione ma ora mannaggia quello perso sono io….il tempo sta per finire …. E anzi è già finito….mi sciolgo in una lacrima…...” detto fatto del lupo mannaggia non rimase nulla se non un buon odore afrodisiaco sul tipo profumo acqua di Rocco. Cammina cammina cappuccetto zozzo dal quartiere dei lupi mannaggia, quartiere nel quale in lontananza si sentiva il classico ululato “mannaggiaaaaaa, mannaggiaaaaaaaa…..”, entrò nel quartiere dei vergini assoluti. Erano i più pericolosi della città. Il loro credo li portava al fanatismo. Erano vergini in tutto. Vergini di sesso certo ma non solo: vergini di sentimenti, vergini di difetti, vergini di amore, vergini di odio, vergini di esperienze ludiche, vergini di scaccolamenti, vergini di sogni, vergini di speranza, vergini di dolore, vergini di disperazione, vergini di gioie, insomma vergini di tutto. Solo di quattro cose non erano vergini: nutrirsi, svuotarsi, riprodursi dopo una certa età (14 anni per gli uomini e 37 per le donne) e fare politica. Per questo i veri padroni della città erano loro. Grazie alla politica condizionavano le scelte di tutti. Il loro modo di agire aveva portato quella città sul baratro di una voragine senza fondo. Nonostante questo erano sempre comunque esseri umani e come tali imperfetti. C’era una battuta che faceva capire cosa in realtà fossero: ipocriti e falsi. Le donne vergini assolute si vantavano di non farsi deflorare prima dei trentacinque anni al che girava la battuta “saranno pure vergini di imene ma povero sfintere….”. Per questo la povera cappuccetto zozzo aveva paura, lo sfintere se l’era preservato per quando sarebbe sfiorita la sua giovinezza e gli uomini non l’avrebbero desiderata più a meno che non avesse fatto dono del suo buco proibito; così lo chiamava lei quando qualcuno ne aveva fatto richiesta. “Cappu, mi faresti scivolare dentro te fin nelle viscere?” “amore mio, lo sai, tutto di me puoi avere meno il mio buco proibito” “ma perché?” “un giorno, se ci sarai ancora capirai” al che tutti i suo amanti si toccavano le palle, perché le fiatate che tirava lei erano inquietanti.  Tenendo ben stretti fra le mele i panetti della nonna cappuccetto zozzo si addentrò nel quartiere. Il quartiere era ben curato e illuminato. La politica funzionava bene solo lì perché il resto della città era una schifezza. I negozi ed i locali erano aperti sempre, giorno e notte. La vita notturna era brulicante di uomini e donne amorfi ma in movimento. Parevano degli zombi vivi e come tali facevano paura. Era quasi fuori dal quartiere e nessuno l’aveva importunata quando, voltato l’angolo di via deflorazione controllata, gli si parò di fronte un bel ragazzo dagli occhi di ghiaccio e l’alito di fuoco. Cappuccetto ebbe un sussulto anzi quasi una sincope! Poi disse “come sei bello….ma ho bisogno di un dottore…portami da un dottore” Lui la squadrò e l’annusò. Lei aveva paura perché al suo buchino retrò lei ci teneva molto. “Non facciamola tanto lunga in presentazioni e appuntamenti al buio mettiti a novanta gradi!” “ma come io ho bisogno di un medico! Come puoi farmi questo?” “se qualcuna si lavasse ogni tanto…..”.  Lui le fu addosso le alzò la gonna e le strappo le mutandine….. e vide “….ma questi cosa sono? “ “ah, sì, niente è della robba per la mia povera nonna che sta male….. “ “e cos’è” “No niente, sai è una medicina per il suo morbo del neurone infoiato….. ma non ti preoccupare continua pure quello che stavi facendo….” Cappuccetto preferiva piuttosto prenderlo nel culo che perdere i panetti della nonna. “E cosa stavo facendo? Ah sì volevo pulirti il culo perché emani un tanfo nauseabondo…. Come ti chiami piccina?” “Ah! Quindi non volevi aprirmi le mele per infilare il tuo spadone?” “Ma che schifo!!! C’hai un culo cosi merdoso che bisogna essere malati forte per accedere al tuo varco retrò…. Insomma stai ferma che ti do una ripulita.” “no, no, no non lo fare, mi ci sono voluti 22 anni per arrivare fin qui dove, dopo aver tanto cacato, ho sempre rinunciato a giocarmi il jolly (il jolly è la carta da culo) per avere il tanfo che senti e poi essendo ancora in questo quartiere mi serve per salvarmi il culo” “salvarti il culo? E da chi?” “da tutti quelli di questo quartiere che sono abituati a prendere le donne….” “di petto?” “no! Di culo!! Ed io ci tengo al mio buchino retrò” “ah ah ah ma questa è una leggenda metropolitana, una stupida superstizione di quelli che stanno fuori” “ah sì? E allora scopami come si deve e mi convincerai” “come cosi su due piedi?” “su due piedi, sdraiati, sospesi nel vuoto, su un lampione…. Fai te io non ho preferenze” “ma non ti turba essere posseduta da uno sconosciuto?” “senti figlio mio facciamo così io vo dalla nonna che sta male che è meglio… e te rimani qui a farti seghe mentali a raffica finchè non ti renderai conto di cosa poteva essere e non è stato…..” detto questo girò il culo (merdoso) ed uscì da quel quartiere. Mentre il vergine assoluto le urlava “SAREBBE STATO UN BEL PORCAIO!!! ECCO QUEL CHE SAREBBE STATO CON QUEL TUO SEDERE SMERDATO!!!” continua...