Coniglio mannaro

Post N° 156


Milano e Sondrio ammirano  i LigàriTre mostre-evento dedicate alla dinastia di pittori valtellinesidi ELENA PERCIVALDI
Chi li conosce alzi la mano. In un’area che ha dato i natali a gente come  Caravaggio,  Luini,  Romanino,  Baschenis,  Fra’ Galgario e  Ceruti,  il nome dei Ligàri oggi  dice poco o nulla. Niente - a livello  critico - di più sbagliato, perchè questa  dinastia di artisti, attivi nel Settecento in Valtellina, ha influito non poco nella storia dell’arte lombarda, risultando originale e decisiva tanto per  lo sviluppo del classicismo quanto per la vis innovativa, che prelude  al Romanticismo. Ecco allora che allora giunge ad hoc   il grande progetto  - che celebra i cent’anni del Credito Valtellinese -  di tre grandi mostre a Milano e Sondrio,  una serie di studi che poi saranno raccolti in volume, e itinerari alla scoperta delle tracce che i Ligari hanno lasciato nelle piccole e grandi chiese della  Valtellina. Attenzione però: chi pensa che questi artisti si possano liquidare come “locali” si sbaglia di grosso. Certo, il loro cognome deriva da una contrada di Sondrio. Ma il capostipite, Giovan Pietro (1686-752), bizzarra figura di architetto, progettista di arredi liturgici, agronomo e  inventore di  orologi, aveva studiato in gioventù a Roma nella bottega del Baldi, brillante seguace di Pietro da Cortona, e peregrinato a lungo tra le corti dell’Italia centrale,  Venezia e Milano, tornando a casa solo alla fine dei suoi giorni. E le tracce delle contaminazioni - prima fra tutte il colorismo di marca veneta - si vedono tutte.  Pure il figlio Cesare (1716-1770) studiò a Venezia, e la sua spiccata originalità nello svolgere temi tradizionali (soprattutto di marca religiosa) gli fruttò  incomprensioni al punto che morì in povertà. E che dire di Vittoria /1713-1783), legata sì al padre e al fratello, ma capace di straordinari slanci emotivi sia nei temi sacri (Madonne soprattutto) che nelle grandi pale d’altare?Le prime due mostre inaugurano oggi (fino al 19 luglio) a  Milano. Due le sedi: la Galleria del Credito Valtellinese (a Palazzo delle Stelline), con le opere fondamentali  divise in sacre, profane e ritratti, e il Museo Diocesano, dove le opere di Pietro, Cesare e Vittoria saranno messe  a confronto con dipinti di artisti lombardi e veneti coevi. L’evento avrà a maggio (dal 14) una finestra a  Sondrio, dove oltre ad un apposito allestimento, al   Museo Valtellinese di Storia e d’Arte, di alcune sale tutte dedicate ai Ligari, Palazzo Sertoli  esporrà i disegni e le incisioni ligariane. Da non perdere.GALLERIA CREVAL, Milano, corso Magenta, 59. Tel:  02 48008015. Orari: da martedì a domenica, ore 10-18. MUSEO DIOCESANO DI MILANO, corso di Porta Ticinese, 95. Tel:  02 89420019. Orari: da martedì a domenica, ore 10-18, chiuso il lunedi.