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Messaggi di Aprile 2023

Perdite

Post n°1865 pubblicato il 28 Aprile 2023 da surfinia60

La faccio breve. 

La sera del 25 aprile mi trovavo alla stazione centrale di Milano intenta a tornare a casa dopo un breve soggiorno da mio figlio.

Ho sperimentato la spiacevole sensazione di essere derubata, (o magari si è trattato di un semplice smarrimento), del mio smartphone (I-phone).

Fatto sta che ce l'avevo in tasca e ad un certo punto era sparito.

Panico! Tutta la mia vita era lì dentro. Dalla prenotazione del treno, ai video e le foto della mia nipotina, svariate app di servizi (lungo elenco) e molto altro.

Ma la cosa peggiore, che non sperimentavo dai tempi in cui i cellulari non esistevano, è stata la consapevolezza di non poter comunicare con chi era a casa, sentirmi isolata, con mille domande.

Vabbè, diciamo che ho risolto con l'aiuto di persone disponibili a prestarmi il loro cellulare (per fortuna almeno 2 numeri a memoria me li ricordavo) e con un compagno molto tecnologico, che ha provveduto a fare tutto, dalla denuncia, al blocco, al procurarmi una sim col mio numero storico che sarebbe stato complicato cambiare.

Conclusione: è fuori dubbio che le nostre vite sono legate a doppio filo con questi aggeggi. Non parlo solo di svago, ma di utilità di ogni genere.

Se fino a qualche anno fa si poteva pensare di farne a meno, oggigiorno è impossibile.

Ho finito!

 

 
 
 

Osservare e ascoltare

Post n°1864 pubblicato il 18 Aprile 2023 da surfinia60

L’ambiente lavorativo assorbe gran parte della mia giornata e anche delle relazioni interpersonali, in quanto la mia vita sociale è pressoché inesistente (non mi soffermerò su quest’ultimo dettaglio).

Pertanto, ancora una volta, parlerò  di qualcosa che ha colpito la mia attenzione sul posto di lavoro.

Passavo in corridoio con una collega verso il distributore di bevande a prendere il canonico caffè di metà mattina e non ho potuto fare a meno di notare una collaboratrice che se ne stava silenziosa nel suo angolo, a fare sorveglianza, senza neppure alzare lo sguardo quando le ho porto un saluto.

La mia osservazione, a bassa voce, è stata “Che persona triste!”
Capita di passare del tempo nello stesso luogo di lavoro con alcune persone che sono quasi invisibili, per scelta o per nostra colpa. Ricordo vagamente alcuni screzi, a inizio anno, che hanno reso protagonista la collaboratrice in questione e lo scontro conseguente con alcune colleghe. Ricordo anche di aver cercato di farla ragionare con calma, quel giorno, con la presunzione forse di distinguermi da chi l’aveva trattata con tanta supponenza. 

Ma non c’è stato niente da fare. Probabilmente da quel momento lei ha deciso di costruire un muro, finire l’anno di permanenza alla meno peggio, non rivolgendo la parola a nessuno.Noi siamo diventati il nemico da tenere alla larga.

Perché parlo di questo? Mi è venuto da riflettere su come, molto  spesso, le persone con le quali condividiamo del tempo, lavorativo e non, passino del tutto inosservate. Chiuse nel loro mondo vivono chissà quali drammi personali dei quali non sapremo mai niente. Mi vengono in mente certe notizie sentite al tg o lette in giro, secondo le quali una persona di questo tipo (silenziosa e schiva) è salita alla ribalta delle cronache per aver compiuto qualche gesto inconsulto, come fare del male ad altri o a se stessa. In quei casi il commento di chi passa è sempre “Sembrava così normale, innocuo. Chi poteva pensare che si sarebbe spinto a tanto ?”

Forse se fossimo più attenti e disposti ad ascoltare, certi tristi accadimenti si potrebbero evitare.

 
 
 

Ricordi

Post n°1863 pubblicato il 05 Aprile 2023 da surfinia60

Ormai tutti quanti occupiamo un posto su Facebook e per questo riceviamo quotidianamente la proposta dei ricordi.
Dove eravamo e cosa facevamo lo stesso giorno negli anni passati.
Mi scopro spesso a cancellare alcuni di questi ricordi.
Vuoi perché non più comprensibili neppure a me, vuoi perché insignificanti, vuoi perché divenuti insensati.
Mi ritrovo così a ripulire i ricordi. Quasi mai li ricondivido.
In realtà pubblico sempre meno su Facebook. Una volta non era così.
Credevo potesse interessare qualcuno quello che pensavo o mi succedeva.
Riesumare questi ricordi talvolta evoca momenti tristi, più raramente lieti o neutri. Mi incuriosisce il periodo lockdown Covid.
E’ davvero surreale quello che abbiamo passato, rivedendolo a distanza di tempo. 

Forse questi ricordi potrebbero essere di qualche utilità.
Memorie di un periodo che tutti ci auguriamo di non rivivere mai più.

 
 
 

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