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Messaggi di Marzo 2019

Chiacchiere

Post n°1692 pubblicato il 27 Marzo 2019 da surfinia60

Conosco persone che parlano, parlano, parlano…. Senza mai stancarsi.
Ogni occasione è buona per raccontare e raccontarsi.
Su qualsiasi argomento, personale e non, l’importante è muovere la bocca.
Sono solita partecipare a camminate di gruppo.
Mi piace la compagnia, ma trovo estremamente irritante che ci sia qualcuno che non sa stare zitto/a un attimo.
Anche se il richiamo della natura intorno invita al silenzio e alla contemplazione, c’è chi non può fare a meno di blaterare di continuo.
Non che a me non piaccia conversare, ma ho un’autonomia piuttosto limitata.
Forse perché, col passare degli anni, i miei momenti di solitudine si sono moltiplicati, pertanto nelle mie giornate c’è molto silenzio, interrotto il più delle volte solo dalla musica che mi fa da sottofondo.
Tutto questo parlare mi crea disagio e mi rovina il relax. C’è da dire poi che chi parla di continuo non si rende conto che ogni tanto dovrebbe dare anche a te che ascolti la possibilità di dire la tua.
Ma niente. Chi parla ascolta solo se stesso/a.
Uscire con una persona così ti logora ed è abbastanza improbabile che l’uscita venga replicata.
Giusto o sbagliata che sia, preferisco condividere il silenzio che la logorrea. Anch’esso è una forma di comunicazione ingiustamente sottovalutata.
Senza contare che chi parla di continuo, tende a ripetersi e a dimenticare di aver già snocciolato l’argomento più di una volta, costringendo l’interlocutore ad ascoltare la stessa canzone fingendo sorpresa.

Enjoy the silence!


 
 
 

§§§§§

Post n°1691 pubblicato il 26 Marzo 2019 da surfinia60

 
 
 

Misoginia occulta

Post n°1690 pubblicato il 18 Marzo 2019 da surfinia60

Oggi ho avuto un'improvvisa illuminazione.

Peccato che sia di segno negativo.
Lavoro in un ambiente fondamentalmente misogino.
Non sarebbe niente di così insolito se non si trattasse di un ufficio pubblico, dove i capi sono donne.
Ebbene: gli unici due maschi del pollaio (considerato che siamo 6 pari livello più un capo e un vice capo) sembrano essere protetti da un alone di inattaccabilità.
Sono quelli che lavorano meno (e uno di loro anche male), che arrivano in ritardo, rispondono male... ma nessuno li affronta per far loro il culo.
Di contro, se una di noi, femminuccia, tralascia una virgola, ecco che scatta subito il frustino.
E' una sorta di tacito accordo, un beneplacito silenzioso, un'approvazione sottintesa.
Ne risulta un continuo chiacchiericcio comaresco tra portatrici di estrogeni, dal quale spesso mi dissocio, infastidita e stufa di sentire parole vane, ripetitive e non indirizzate nella giusta direzione.
Per paura di ritorsioni? di vendette? Mah!
Sta di fatto che l'argomento riemerge periodicamente, il malcontento anche. 
Ma alla fine si lascia correre e si va avanti ognuna col suo bel bagaglio di frustrazioni.
Dal canto mio, trovandomi invischiata, mio malgrado, in situazioni annose e mai risolte, in quanto ultima arrivata, taccio a mia volta e mi convinco che è un lavoro di merda ma che devo pur mangiare. 
Così vado avanti e cerco di non pensarci.



 
 
 

Quel disturbo

Post n°1689 pubblicato il 12 Marzo 2019 da surfinia60



Quando si è abituati ad essere più o meno in salute

sentirsi ‘strani’ crea un’apprensione crescente.

Un disturbo di difficile descrizione, poco localizzabile in una specifica parte del corpo, un non so ché.

E pensi….ma se vado dal medico cosa gli dico?
Già sono vaghi quando comunichi dolori o acciacchi precisi, figuriamoci se sei vaga tu, se parli di ‘sensazione di…’, oppressione lì…’ , 'malessere legato alla postura, alla posizione, alla situazione…'.

Finisce che ti fanno fare una quantità spropositata di esami, analisi, indagini e, il più delle volte, ti ritrovi col portafoglio alleggerito e un niente di fatto.

Qualcuno dirà: meglio così no?
Beh sì…pero’ se mi sento così un motivo ci sarà!

Magari un campanello d’allarme che se ignorato chissà dove mi porta.


Ecco, non so che fare...





 
 
 

Donne

Post n°1688 pubblicato il 08 Marzo 2019 da surfinia60

Non posso esimermi dal dire qualcosa su un argomento sempre di preoccupante attualità. I femminicidi. Le donne continuano a morire per mano di coloro che hanno detto di amarle, di prendersi cura di loro, di condividerne la vita. Eppure il mostro giace sotto la cenere e si manifesta appena trova lo spunto giusto, una parola fuori posto, un sospetto, un malinteso. Ecco che qualcosa arma la mano del carnefice e  il compagno devoto si trasforma nel boia. Perché? Chi può trovare risposte? I conoscenti dicono sovente che il rapporto era tormentato e burrascoso. Mi chiedo, perché questa donna ha deciso di ignorare gli indizi che l’hanno portata poi alla morte? Perché non ha capito che chi alza una mano una volta è soggetto a replicare, magari fatalmente, con violenza cieca e letale? Questo non mi spiego. 

Oggi si celebra la donna ma la cronaca snocciola il consueto bollettino di guerra. Il mio pensiero oggi e sempre...
 
 
 

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