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DEDICATO A DE ANDRE'

Non avrai altro Dio

all'infuori di me

spesso m'ha fatto pensare...

Genti diverse venute dall' Est

dicevano che in fondo era uguale.

Credevano a un altro diverso da te

e non mi han fatto del male

credevano a un altro diverso da te

e non mi han fatto del male.

Non bestemmiare

il nome di Dio

non bestemmiarlo invano

con un coltello piantato nel fianco

urlai la mia pena e il suo nome

ma forse era stanco forse troppo occupato

e non ascoltò il mio dolore

ma forse era stanco forse troppo lontano

davvero lo nominai invano.

 

...continuano i DIECI COMANDAMENTI...

ricorda di santificare le feste

facile per noi ladroni

entrare nei templi che rigurgitan salmi

di schiavi e dei loro padroni

senza finire legati agli altari

sgozzati come animali

senza finire legati agli altari sgozzati come animali.

 

questa sera PRIMO DI MARZO...

SONO AL CAFFE' LETTERARIO DI BERGAMO

http://www.ilcaffeletterario.com/

AD UN INCONTRO DI PRESENTAZIONE DEL LIBRO 

 " V O L A M M O    D A V V E R O "

NON VEDO L'ORA!

 

IL LIBRO:

copertina 

Onora il padre, onora la madre

e onora anche il loro bastone

bacia la mano che ruppe il tuo naso

perchè le chiedevi un boccone

quando a mio padre si fermò il cuore

non ho provato dolore

e quando a mio padre si fermò il cuore

non ho provato dolore.

Il quinto ci dice di non ammazzare

se del cielo vuoi essere degno

guardatela oggi questa legge di Dio

 tre volte inchiodata nel legno

guardate la fine di quel Nazareno

 e un ladro non muore di meno

guardate la fine di quel Nazareno

e un ladro non muore di meno.

 

Non commettere atti che non siano puri

cioè non disperdere il seme

feconda una donna

ogni volta che l'ami

così sarai un uomo di fede

poi la voglia svanisce ed il figlio rimane

e tanti ne uccide la fame

io forse ho confuso il piacere e l'amore

ma non ho creato dolore.

Il settimo dice non devi rubare

e forse io l'ho rispettato

vuotando in silenzio le tasche già gonfie

di quelli che avevan rubato

ma io senza legge rubai in nome mio

quegli altri nel nome di Dio

ma io senza legge rubai in nome mio

quegli altri nel nome di Dio.

Non dire falsa testimonianza

e aiutali ad uccidere un uomo

lo sanno a memoria il diritto divino

e scordano sempre il perdono

ho spergiurato su Dio e sul mio onore

e no non  ne provo dolore

ho spergiurato su Dio e sul mio onore

 e no non ne provo dolore.

Non desiderare la roba degli altri

non desiderarne la sposa

ditelo a quelli chiedetelo ai pochi

che hanno una donna e qualcosa

nei letti degli altri già caldi d'amore

non ho provato dolore

l'invidia di ieri non è già finita

stasera v'invidio la vita.

MA ADESSO CHE VIENE LA SERA ED IL BUIO

MI TOGLIE IL DOLORE DAGLI OCCHI

E SCIVOLA IL SOLE ALDILA' DELLE DUNE

A VIOLENTARE ALTRE NOTTI...

...IO NEL VEDERE QUEST'UOMO CHE MUORE...

MADRE IO PROVO DOLORE,

NELLA PIETA' CHE NON CEDE AL RANCORE...

MADRE HO IMPARATO L'AMORE!

 

omaggio a Francesco Guccini

Non so che viso avesse

e neppure come si chiamava

con che voce parlasse

con quale voce poi cantava

quanti anni avesse visto allora

di che colore i suoi capelli

ma nella fantasia

ho l'immagine sua

gli eroi son tutti giovani e belli

gli eroi son tutti giovani e belli.

Conosco invece l'epoca dei fatti

qual' era il suo mestiere

i primi anni del secolo

macchinista ferroviere

i tempi in cui si cominciava

la guerra santa dei pezzenti

sembrava il treno anch'esso

un mito di progresso

lanciato sopra i continenti

lanciato sopra i continenti

lanciato sopra i continenti.

E la locomotiva sembrava

fosse un mostro strano

che l'uomo dominava

con il pensiero e con la mano

ruggendo si lasciava indietro

distanze che sembravano infinite

sembrava avesse dentro

un potere tremendo

la stessa forza della dinamite

la stessa forza della dinamite

la stessa forza della dinamite.

 

Ma un'altra grande forza

spiegava allora le sue ali

parole che dicevano

gli uomini sono tutti uguali

e contro ai re e ai tiranni

scoppiava nella via

la bomba proletaria e

illuminava l'aria

la fiaccola dell'anarchia

la fiaccola dell'anarchia

la fiaccola dell'anarchia.

Un treno tutti i giorni passava

per la sua stazione

un treno di lusso lontana destinazione

vedeva gente riverita

pensava aquei velluti e agli ori

pensava al magro giorno

della sua gente attorno

pensava a un treno pieno di signori

pensava a un treno pieno di signori

pensava a un  treno pieno di signori.

 Non so che cosa accadde

perchè prese la decisione

forse una rabbia antica

generazioni senza nome

che urlarono vendetta

e gli accecarono il cuore

dimenticò pietà

scordò la sua bontà

la bomba sua la macchina a vapore

la bomba sua

la macchina a vapore

la bomba sua la macchina a vapore.

 

E sui binari stava la locomotiva

la macchina pulsante sembrava quasi cosa viva

sali sul  mostro che dormiva

cercò di mandar via

la sua paura

e prima di pensare a quel che stava a fare

il mosatro divorava la pianura

il mostro divorava la pianura

il mostro divorava la pianura.

Correva l'altro treno ignaro 

quasi senza fretta

nessuno immaginava di andare

verso la vendetta

ma alla stazione di Bologna

arrivò la notizia in un baleno

notizia d'emergenza

agite con urgenza

un pazzo si è lanciato contro al treno

un pazzo si è lanciato contro al treno

un pazzo si è lanciato contro al treno.

E intanto corre la locomotiva

e sibila il vapore

e sembra quasi cosa viva

e sembra dire ai contadini curvi

IL FISCHIO CHE SI SPANDE IN ARIA

FRATELLO NON TEMERE

IO CORRO AL MIO DOVERE

TRIONFI LA GIUSTIZIA PROLETARIA

TRIONFI LA GIUSTIZIA PROLETARIA

TRIONFI LA GIUSTIZIA PROLETARIA...

 

e corre corre corre corre

sempre più forte

e corre corre corre corre verso la morte

e niente ormai

può trattenere

l'immensa forza distruttrice

aspetta sol lo schianto

e poi che giunga il manto

della grande consolatrice

della grande consolatrice

della grande consolatrice.

La storia ci racconta come finì la corsa

la macchina deviata lungo

una linea morta

con l'ultimo suo grido d'animale

la macchina eruttò lapilli e lava

esplose contro il cielo

poi il fumo sparse il velo

lo raccolsero che ancora respirava

lo raccolsero che ancora respirava

lo raccolsero che ancora respirava


immagine

 

 

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Vaco distrattamente abbandunato,
l'uocchie sotto 'o cappiello annascunnute,
mane int'a sacca e bavero aizato,
vaco fiscann'a 'e stelle ca so' asciute.
E 'a luna rossa me parla 'e te...
Io le domando si aspiette a me
e me risponne: "si 'o vvuò sapè...
cca nun ce sta nisciuna!"
E io chiammo 'o nomme pe te vedè,
ma tutt'a gente ca parla 'e te
risponne: "è tarde, che vvuò sapè!?
Cca nun ce sta nisciuna!"
Luna rossa... chi me sarrà  sincera?
Luna rossa... se n'è gghiuta ll'ata sera senza me vedè!
E io dico ancora ca aspetta a me
fore 'o balcone stanotte 'e tre
e prega 'e sante pe me vedè
...ma nun ce sta nisciuna!
E io chiammo 'o nomme pe te vedè
ma tutta 'a gente ca parla 'e te
risponne: "è tarde, che vvuò sapè!?
Cca nun ce sta nisciuna!"
E 'a luna rossa me parla 'e te...
io le domando si aspiette a me
e me risponne: "si 'o vvuò sapè...
cca nun ce sta nisciuna!"
Cca nun ce sta nisciuna!
Cca nun ce sta nisciuna!

 

da my blog :

DIRITTI & DOVERI DI UN BLOGGER

http://blog.libero.it/marcosub/1616235.html

orologino per quando mi sveglio

 

 

 

 

 

 
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cri cri cri

Post n°138 pubblicato il 07 Luglio 2014 da mariocase.mc

 
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