Mattone dopo mattone

Post N° 108


 Quando l’uomo che a cavallo d’un mulo entrò, guardingo e disilluso, nella sua città senza ricever feste e allori, e capì che “il profeta non riceve onori in patria”, aveva forse pensato ad una patria di profeti tutti stranieri l’uno per l’altro, dove costretti a considerarsi meritevoli, avrebbero impiegato il loro tempo a comprendersi vicendevolmente. Aveva forse pensato con malcelata malinconia (che il cuore lascia sempre emergere dai laghetti che bagnano lo sguardo veggente) che è proprio la nostra gente che non ci riconosce. E gli parve così evidente in quel momento che la diversità è il movente più qualificato per il riconoscimento del nostro valore individuale, che fu così umile finalmente da provar vergogna di se, per non aver compreso tutto questo prima d’affaticare il povero mulo.