Mattone dopo mattone

Post N°84


La mia anima è asciutta e assetata, disseccata da un torrido vento estivo che soffia dal deserto. Spinge un paio di nuvole bianche dinanzi al sole, che pare essere l'ultimo dell'ultimo giorno del mondo.Che splendide poesie avremmo scritto delle nostre vite se solo fosse stato così ogni giorno. Ogni luna, l'ultima d'una fresca notte d
'amore, e ogni sole, l'ultimo di un potentissimo e gioioso mattino.Nel grande fiume in piena che è questa vita, nessun sasso riposa troppo a lungo da sembrare morto, nessuna molecola d'acqua naviga contro corrente. Ho rifiutato categoricamente l'immagine del mio corpo a galleggiare in pace nella corrente. Che cieco sono stato. Come possiamo pensare di conoscere noi stessi se giorno dopo giorno la vita non conosce pause? Ciò che possiamo sapere di noi stessi è la nostra implacabile e imperitura trasformazione. Il sonno e la dolce morte, il risveglio e un nuovo bambino che nasce pronto a suonare un felicissimo vagito che scuote lefondamenta della terra. Tutte le volte che ho aperto gli occhi, ho aperto gli occhi di un cadavere. Tutte le volte che ho guardato una donna svegliarsi al mio fianco non l'ho salutata col caldo benvenuto che avrebbe meritato. Mio Dio, come sei bella. Chi sei, amore mio?E ora, mi pare di capire con un certo scandalo, che tutte le volte che mi sono riconosciuto allo specchio, ho contemplato un corpo senza vita. Tutte le volte che mi sono riconosciuto allo specchio ha vinto su di me la maledettissima paura della vita.