Mattone dopo mattone

Post N°86


[…] Si, e allora non giova, voi dèi della morte!, se avete preso e tenete saldo l’uomo sconfitto, se lo avete affossato nella lugubre notte, malvagi, tentare, supplicare o adirarsi con voi, o anche abitare in spaventoso esilio, ascoltando da voi con un sorriso il canto nudo. Se è così, dimentica la salvezza, e assopisci senza un suono! Eppure sorge dal tuo petto un tono di speranza, non puoi ancora, anima mia, ancora non puoi abituarti, e dentro un sonno di ferro tu sogni. Non so di feste, ma vorrei coronare la chioma; forse non sono solo?, ma qualcosa di amico mi è vicino da lontano, e devo sorridere e stupirmi di come sia felice anche in mezzo al dolore.Lume d’amore! Riluci aureo anche presso i morti! Immagini di tempi luminosi, splendete nella mia notte? Giardini di dolcezze, monti rossi al tramonto, siate benvenuti, e voi, silenti sentieri del bosco, testimoni di felicità celeste, e in alto voi, stelle osservatrici, che un tempo mi concedeste tante occhiate benefiche! Anche voi, amorose, belle figlie dei giorni di maggio, quiete rose, e voi, gigli, ancora adesso vi chiamo! Le primavere svaniscono, un anno spinge l’altro, tutto muta e contende, così il tempo infuria, sopra il capo mortale; ma non di fronte a occhi sereni, e agli amanti è donata un'altra vita. Poiché tutti loro, giorni e anni astrali, furono, Diotima!, in noi nell’intimo eternamente uniti.Da Lamenti di Menone per Diotima, di Friedrich Holderlin