Mattone dopo mattone

Post N°90


Forse la causa è l’influenza crescente, il respiro stoppato dalle adenoidi gonfie di muco, o forse il timore di perdere il lavoro dopo aver battuto uno scontrino da 379 euro per una spesa da 36, aver ignorato il tutto ed essere stato ripreso dalla capa con grande disappunto dopo che aveva chiuso la cassa trovandosi la sorpresa proprio davanti ai suoi occhi increduli. Oddio, è difficile risalire alle cause dall’esamina degli effetti, non è un’avventura semplice, c’è da capirlo. In ogni caso ieri notte ho volato fino ai confini del tempo, al giorno dei giorni, al grande giudizio. Era una serata cordiale alla periferia di Palermo, il cielo era nero come la disperazione, Orione stava ritto, poggiava i piedi sull’orizzonte e alzava il braccio robusto contro il firmamento. Io stavo proprio indicando la sua posizione, così poetica, dentro la magia del mito, ma le spalle non si vedevano assolutamente. Le stelle erano eccitate, si muovevano senza logica alcuna e Orione ormai sfuggiva completamente. Ma nel mondo fisico le stelle sono lontane, e le nuvole stanno di sicuro più vicine agli uomini, tra il cielo e gli uomini appunto. Nel mondo onirico, invece, le prospettive e le leggi sono sorprendenti. Perché dietro le stelle il cielo si illuminava di bagliori polverosi e rossastri, dei temporali dalle profondità disperse dell’universo. Non passa molto da quando provo a metterli a fuoco a quando il cielo si squarcia d’un gran boato e parte una saetta che si schianta sull’asfalto di quel rettangolo angusto tra due palazzi che la nostra innocente fantasia di bambini aveva soprannominato “parco giochi”. Il cielo adesso è in fiamme, bruciano i nespoli e le mimose, si sciolgono le inferriate e l’asfalto bolle come acqua in pentola. Sale materiale lavico dappertutto, inghiotte il balcone e scioglie la base degli infissi.Io adesso non so come va a finire. E non sono così saggio, lo ammetto, per estrinsecare una morale o per carpirne un insegnamento profondo. Quindi, che dire, buona notte a tutti, la notte di un mondo che dorme ancora, come un drago che caccia fumo dalle sue enormi rotonde narici bollenti.