UNA DONNA, UNA NONNA

LA MIA SCUOLA


Sono passati oltre 30 da quando mi sono diplomata. La mia scuola era nel seminterrato del Seminario di Rivoli, in mezzo al verde, in mezzo al nulla. Nessuno di noi si era iscritto lì, ci avevano spostati dai vari istituti e così il VI scientifico, il Valentino Bosso, e il Peano si erano ritrovati a condividere questo grande contenitore riattato a scuola. Avevamo lottato (negli anni 70 si usava
) per avere un servizio di pullmann che ci portasse dalla fermata del vecchio filobus di Corso Francia fino a scuola. L'alternativa era una bella scarpinata su per Via Piol che, nella bella stagione, era piuttosto piacevole, in inerno ti ibernava. Detto fatto, dopo mesi e mesi di richieste ci erano stati messi a disposizione 2 (dico BEN 2) corriere della Ditta Gherra (naturalmente a pagamento). Da qui la domanda....come potevano gli studenti di 3 istituti usufruire di così pochi posti?Ricordo una mattina in cui la porta è stata chiusa con un pezzo del mio cappotto dentro....sono arrivata a scuola con il cappotto sempre lì....tanto non ci si poteva muovere (a malapena di respirava tanti eravamo...). Fu così che decisi che andare a piedi era più salutare
Sabato ho sentito la notizia al telegiornale. Un soffitto del liceo Darwin (ex VI scientifico) era caduto su una classe di studenti........un brivido.......Quella scuola, inadeguata da sempre a questo uso, quegli altissimi e gelati corridoi, quella palestra dove si giocava a pallavolo, ma se facevi la battuta troppo alta la palla rimbalzava tra le traversine per poi cadere a piombo dove voleva, quel luogo dove mi sono tanto divertita, dove ho riso, ho pianto, ho stretto fortissime amicizie parecchie delle quali sono ancora oggi una realtà, quel posto dove ho confidato il  mio primo amore, il ricordo dei miei professori, le lunghe riunioni in aula magna, le lotte studentesche, perfino l'odore della classe, tutto mi è tornato alla mente e un urlo mi saliva....NON E' GIUSTO!Non voglio entrate nel merito delle chiacchiere che si stanno facendo, dello scaricabarile tra l'uno e l'altro, so solo che queste cose non devono succedere, i nostri figli vanno tutelati, a scuola, sul lavoro, ovunque. Dobbiamo ritornare a quello che diceva  mio nonno? "A val pì n'asu viiu che 'n dutur mort!" (vale di più un asino vivo che un dottore morto). E' un'edificio degli anni 30, inadeguato si, fatiscente non penso......ma sono passati 30 anni.......chissà.........Ciao ragazzi, vi mando un abbraccio, a tutti, a chi è ancora in ospedale, a chi porterà per sempre questo dolore nel cuore, a te che non ci sei più.......