UNA DONNA, UNA NONNA

I NOSTRI CANI. PONGO


Da quando ci siamo sposati abbiamo avuto ben 8 cani nostri, più una in affidamento.Chicco, il primo, lo comperammo al mercato di Albenga nel 1976, era chiuso in una gabbia, esposto da un contadino poco umano, insieme ad un'altra trentina di piccoletti, ci disse che aveva 6 mesi....aveva 20 giorni!Dopo di lui ci furono, e due ci sono ancora, Barone, Chicco (piccolo), Chappy, Pongo, Cleopatra, Biagio, Viola e Mina (l'affidataria), in genere a coppie, ma con età diverse, quindi quando se ne va uno....l'altro non sa stare solo e così....giro al canile e ritorno con nuovo componente della famiglia.Tutti ci hanno dato moltissimo, solo chi ha un cane può capire cosa ti sanno trasmettere, in cambio devi solo avere amore e pazienza, sacrificare qualche mobile rosicchiato....qualche scarpa....ma, come sostengo sempre, le cose materiali vanno e vengono, l'amore resta. Sia esso per una persona che per un animale.Ognuno di loro ha il proprio carattere, ne abbiamo avuti di miti, di iracondi, di attaccabrighe, di affettuosissimi, di devastatori.....ecco, Pongo era di tutto questo un po'. Voglio cominciare a presentarli partendo proprio da lui, non per differenza di amore, ma perchè, tra tutti era il più interattivo, si è integrato, nei suoi 14 anni di vita, nella nostra famiglia come un membro veramente presente.Figlio della cagnetta dei miei genitori (una trovatella misto setter e collie, di nome Lili (numero due, i miei hanno sempre avuto cani femmine e TUTTE si sono chiamate Lili) che a San Bartolomeo al mare fece la classica "fuitina" con il cane del benzinaio (incrocio di pastore tedesco e dobermann) portando a casa il frutto dell'amore...9 cuccioli. Tre nacquero morti, 6 vispi. Due erano neri, due bianchi e neri (come la mamma), una bianca e poi c'era lui, Ponghino, il più bruttino, tricolore (nero, bianco e rosso), tutto orecchie e coda....doveva essere mio no?La prima notte a casa nostra la passò disteso sulla mia pancia (altrimenti uggiolava) perchè sentiva la mancanza della sua mamma. Dalla seconda incominciò a dormire nella cestina di fianco al mio letto. Si sarebbe spostato in salotto solo dopo il primo anno, evidentemente in fase di indipendenza! Era diventato uno splendore, forte e fiero, pesava circa 30 chili.Scoprimmo molto presto che era deleterio lasciarlo a casa da solo (anche se proprio solo non era perchè Chicco piccolo-un pechinese-gli faceva da padre putativo....). Ci rimettevano i mobili e le suppellettili (è riuscito a rosicchiarmi TUTTE le spine di televisori, videoregistratori, telefoni, mangiarmi il bracciolo di un divano, una tenda, tutte le piante, l'agenda dei numeri di telefono, un telecomando, migliaia di scarpe di tutta la famiglia, una coperta e non so più che altro nei primi 6 mesi a casa mia....), se lo lasciavamo fuori in giardino faceva dei buchi inimmaginabili e sradicava di tutto. Decidemmo che non ce lo potevamo permettere e quindi...cominciò a lavorare. La mattina me lo portavo in negozio e il pomeriggio, visto che ero a casa io, e quando cominciai a stare tutto il giorno perchè i ragazzi erano cresciuti c'erano loro, lo lasciavo. Insomma, fino alla fine dei suoi giorni fu un cane lavoratore "part-time".Pativa l'auto, per cui i primi tempi il tragitto casa-lavoro (all'epoca mia sorella lavorava con me e andavamo con una macchina sola) non era proprio delizioso. Riusciva a vomitare...e anche di peggio...tutte le mattine, con nostra immensa gioia che, anche in inverno, dovevamo tenere i finestrini aperti. Col tempo, invece, dientò il cane viaggiatore perfetto. Se ero sola si sedeva sul sedile di fianco al mio, in modo molto composto, guardava fuori, e si piegava seguendo le curve dell'auto. Se gli dicevo "guarda che bello!" lui guardava dove io indicavo con interesse. Quando i miei figli cominciarono a guidare con il foglio rosa lui si appiccicava al sedile posteriore con un'aria mista tra terrorizzato e interrogativo, mi guardava come a voler dire "sei matta? mica loro possono!". Ci siamo fatti un mare di risate (specialmente quando mia figlia ha parcheggiato con le ruote destre su un marciapiede....e lui voleva scendere
).Pongo parlava...o, almeno, ci provava. Tutte le mattine, quando sentiva la sveglia, faceva il giro di tutti noi dicendo "Ciaaaaauuuuuu" (era un tipo sbadiglio strascicato e veniva fuori un vocione che sembrava fosse proprio un saluto) e ci baciava. Io dico che parlava perchè non lo faceva sempre, solo al mattino e quando qualcuno di noi tornava a casa...quindi era mirato! Se si arrabbiava arrivava di corsa dicendo "mamamamama" e veniva da me.Litigava con tutti i cani maschi che incontrava, tranne quelli di taglia piccola. Con i piccoletti lasciava correre, con quelli grossi (anche più di lui) si azzuffava. Adorava i cuccioli e le femmine. Per una cagnolina non capiva più nulla....ma non ebbe figli, ora dico purtroppo....La sera, sulla sua brandina in salotto (faceva finta di dormire lì, ma appena pensava ci fossimo addormentati tutti sentivi il "tump" di lui che saliva sul divano e dalla nostra camera partiva il solito "pooooongooooooo" e lui scendeva, per risalire più tardi.....) stava con noi. Se c'erano amici, verso mezzanotte, andava davanti a loro, li guardava fissi negli occhi e sbuffava (ma sbuffava proprio!) perchè voleva andare a dormire. Se non c'era nessuno giocava con noi a "indovina chi sono". Si metteva in posizioni stranissime e noi cercavamo di indovinare cosa mimava (cane spiaccicato, cane che ha alzato l'antenna, cane spaventato....quando secondo lui avevamo indovinato cambiava posizione, se non capivamo cosa faceva stava così e non si muoveva-non posso mica essermi immaginata tutte queste cose, lui capiva  veramente....o sono io che ho una demenza senile precocenemmenopoitanto?)Naturalmente faceva le vacanze con noi, sia al mare d'estate, sia in montagna d'inverno, e fu proprio al mare che si ammalò di lehismaniosi. Aveva 7 anni e, tornati dal mare, gli venne un buco in un cuscinetto del piede anteriore destro. Pensai si fosse ferito e cercai di curarlo, non guariva. Lo portai dal veterinario e impiegammo ben 3 mesi per scoprire di cosa si trattava (e una montagna di analisi). La cura è una sola,  molto pesante per il fegato di un cane, e, almeno tre volte l'anno doveva affrontarla per un mese di fila. Ci dissero che non sarebbe vissuto  a lungo....invece....passarono altri 7 anni. Lui era sempre bellissimo, pelo lucido, denti forti e bianchi, solo un lievissimo accenno di cataratta agli occhi. Continuava a saltare come un camoscio (la nostra disperazione, non lo si poteva chiudere in nessun posto, saltava fuori). Un brutto giorno di febbraio mia figlia mi chiamò verso sera al lavoro dicendo che si muoveva a fatica. Fino al giorno prima correva nel prato e giocava a tira la pietra, tira il bastone. Tornai a casa e lo vidi debilitato. Chiamai il dottore, mi disse che, probabilmente, era tornata l'infiammazione alla colonna vertebrale per cui aveva sofferto nell'inverno, di dargli il suo antiffiammatorio e di portarlo la mattina dopo in studio. Così facemmo, ma, la mattina, lo trovammo steso a terra. Aveva vomitato bile e sembrava dispiaciuto di essere così. Lo caricammo in auto trasportandolo con una coperta (non riusciva a camminare) e andammo di corsa in ambulatorio. Cominciò una serie di nuovi esami che diedero come responso che era in atto un'emorragia al fegato. Chiamai i miei figli che ci raggiunsero. Si doveva praticare l'eutanasia, sarebbe comunque morto entro 24 ore ma con dolori atroci. Fu così che, nel pomeriggio, eravamo tutti e 4 nello studio del veterinario. Pongo era disteso sul lettino e noi intorno, lo salutammo, lo accarezzammo, gli augurammo un buon viaggio e lo tenemmo stretto. Lui alzava la testa e ci guardava. Piangevamo come fontane  e cercava di consolarci, di darci i suoi ultimi baci. Ci vollero 4 iniezioni di anestesia per addormentarlo, non voleva andare, e poi dormì per sempre. Lo portammo a casa. Lo avvolgemmo in un lenzuolo e ora riposa sotto l'albero di noci in fondo al prato. (nella foto non è lui, ma ci somiglia....)