Synaptic Mind

Post N° 21


Vedi rosso?... ti inibisci…Studi condotti presso la University of Rochester segnalano che la percezione del colore rosso può influenzare alcuni dei meccanismi del funzionamento cognitivo dell’uomo.
Photo by: Lewis SharmanE’ notizia recente quella apparsa sul Journal of Experimental Psychology, secondo cui il colore rosso ha la proprietà di incidere direttamente sulle abilità cognitive dell’uomo. In particolare, gli studi di Andrew J. Elliot evidenziano come, usato tradizionalmente come segno di rischio o di insidia, di imprecisione o inesattezza, oltre a svolgere la funzione di segnalazione e divieto, il rosso appunto eliciti nell’essere umano un bisogno di inibizione ed interdizione anche quando non necessario. Tale meccanismo, codificato a livello cerebrale, prende il nome di “motivazione di evitamento” e sembra generare un automatismo evolutivo negativo tale da indurre una drastica riduzione delle performance delle abilità cognitive.Attraverso un paradigma di ricerca ad hoc, i risultati mostrano che coloro che sono stati inconsapevolmente sottoposti ad un flash di rosso per una frazione di secondo, mostrano prestazioni significativamente inferiori nei diversi test cognitivi loro presentati unitamente alla scelta del compito più semplice fra tutti quelli selezionabili. Per quanto riguarda il rendimento peggiore ai test, sebbene i partecipanti abbiano percepito solo inconsciamente il rosso, è plausibile tuttavia sostenere che tale colore sia significativamente correlato con l’insuccesso e tale da generare un condizionamento evolutivo negativo, che insieme all’ansia, riduce la probabilità di successo in un compito.Per quanto concerne invece la scelta dell’esercitazione più semplice fra quelle presentate, secondo gli autori ciò sarebbe decifrabile in quanto indice di un atteggiamento e di un comportamento finalizzato allo sfuggire ad un possibile insuccesso.Interessante ricerca, che però porta con sè, come emerge chiaramente dagli stessi commenti degli autori ai loro risultati, un’inevitabile domanda: che cosa succede quando il contesto culturale di riferimento cambia? Ossia, quale significato e quale valore attribuire a tali risultati, se per esempio ci spostiamo in tutt’altra cultura che interpreta e categorizza tale colore in modo diverso?È quindi evidente, come i processi culturali incidano fortemente sulle nostre modalità di categorizzare la realtà e nel dare senso al mondo. Per visualizzare il contributo originario apparso su "University of Rochester Press Releases", clicca qui Per visualizzare la notizia apparsa su Psicocafè clicca quiPer visualizzare l'abstract dell'articolo apparso sull'American Psychological Association, clicca quiPost di Edoardo Santucci-------------------------------------Per leggere tutti i post pubblicati da questo autore, cerca nei TAGS il suo nome!