Synaptic Mind

Post N° 66


STIMOLAZIONE AMBIENTALE E PLASTICITA’ SINAPTICAQuando una ricca stimolazione ambientale costituisce un fattore di prevenzione per patologie del sistema visivo e per lo sviluppo della plasticità cerebrale Una ricerca condotta dalla Scuola Normale Superiore di Pisa e dell’Istituto di Neuroscienze del CNR di Pisa, e pubblicato su Nature Neuroscience, dimostra gli effetti della stimolazione ambientale sull’attività cerebrale degli individui ed in particolare sulla plasticità neurale.Il ruolo dell’ambiente sul nostro cervello è noto da tempo (molte sono le pubblicazioni che trattano l’argomento); ciò che è interessante è che il flusso sensoriale che continuamente colpisce i nostri organi di senso può regolare e modificare il nostro comportamento e talvolta concorre come fattore protettivo per patologie diffuse come l’ambliopia che determina una ridotta visione nell’uomo e che diventa progressivamente incurabile con il procedere dell’età. Pertanto, opportune stimolazioni (sia a livello sociale, che intellettuale, o affettivo) incidono positivamente sulle abilità mnestiche e sui processi di apprendimento dell’individuo, rallentando anche i processi di invecchiamento cellulare.La ricerca quindi, attraverso l’analisi dell’arricchimento ambientale di topolini da laboratorio, ha permesso di studiare altresì i processi cellulari e molecolari che influenzano i fenomeni di plasticità sinaptica a seguito di opportuni stimoli connessi con l’ampliamento dell’habitat dei roditori, che ne traevano beneficio in termini di stimolazione motoria, dei processi di esplorazione e di gioco.Diversamente da quanto precedentemente detto, i ricercatori hanno inoltre dimostrato come sia possibile curare l’ambliopia di topolini adulti mantenendo l’habitat di questi animali il più possibile stimolante a livello motorio e sensoriale. Tale fattore produce un’azione diretta sulla corteccia visiva attraverso la riduzione della molecola GABA che regola il funzionamento dei centri nervosi e che risulta inoltre direttamente responsabile nei processi di perdita della plasticità sinaptica dei cervelli adulti. Concludendo quindi, fattori quali l’esplorazione dell’ambiente circostante, il gioco, il movimento, etc. determinano non solo la riduzione dell’attività inibitoria della plasticità cerebrale ad opera del neurotrasmettitore GABA, ma attivano proteine quali il Brain-derived neurotrophic factor (BDNF) che hanno un ruolo determinante nella gestione e controllo dell’abilità della visione umana.Ecco il link alla notiziaPost di Edoardo Santucci-----------------Per leggere tutti i post pubblicati da questo autore, cerca nei TAGS il suo nome!