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Berselli e i Venerati maestri...


Sto leggendo un libro divertentissimo, regalatomi da un amico qualche tempo fa. Parlando al telefono mi disse un giorno che avrei dovuto leggerlo; poi me lo spedì per posta. Venerati maestri di Edmondo Berselli. Sottotitolo: Operetta immorale sugli intelligenti d'Italia. State per caso pensando che la cosa vi riguardi in qualche modo, ritenendovi inclusi nella categoria? Beh tranquillizzatevi, perché non credo che l'opera dissacrante di Berselli vi tocchi. Per fortuna. Vostra, ovviamente. A meno che in questo momento non mi stia leggendo Franco Battiato. In questo caso, al suo posto mi risparmierei una seconda tortura. Berselli davvero lo scompone come una foglia d'inverno sul marciapiede.
Pagina 24. Quando uno è un maestro. Quando uno è un maestro, chapeau. Si è disposti a concedergli tutto, a passargli qualsiasi boiata, a lasciarlo vivo e indenne anche se meriterebbe di essere picchiato a bastonate. In passato gli abbiamo consentito di titolare Fleurs 3 il suo secondo disco di cover, forse come riconoscimento di una distrazione divina o astrale, ispirata da sentimenti troppo profondi e misteriosi per essere razionali (...) Gli abbiamo anche permesso di dire che il cantante emigrato Adamo "ha una voce mantrica", al punto di trasmettere "il mistero dell'esistenza". Prima di cedere alla tentazione e mandare Franco Battiato, come dicono i filosofi indiani, iraniani e soprattutto sufici, "a da' via el cu", conviene comunque soffermarci sul tema della voce mantrica. Qualcuno ricorderà il cantante Adamo, che da anni porta un parruccone da fare invidia a Lucio Dalla, perché ha cantato alcune canzoni che piacciono a tutti, ma specialmente a Nanni Moretti. C'è una regola, un paradigma, un canone che non si sa se chiamare adamitico o adamesco, secondo cui le canzoni immortali dell'italo-belga Adamo sono tre. 1. La notte2. LeiLa terza ve la fate dire da Battiato, così impara a numerare correttamente i suoi dischi e a evitare, faccia il favore, i giochetti con i numeri da pitagorico o neopitagorico quale pretende di essere.
Devo andare avanti? Prima di fare ulteriormente pubblicità e di causare il secondo infarto a Battiato (che nella figura doveva avere un accenno di mal di testa) e a tutti i fortunati che sono capitati sotto la lente d'ingrandimento di Berselli e che adesso sono consapevoli del fatto che qualcuno ha letto e legge (e soprattutto ride sopra) il libro in questione, direi che è il momento di fermarmi. Ma prometto che condividerò con voi gli istanti indimenticabili che questo capolavoro di raffinata ironia offre a tutto l'universo conosciuto.