A VOLTE..RIFLETTO

Vi diranno...


Una comune Ossezi(a)one...            Vi racconteranno che mentre l’Europa impigriva sotto l’afosa calura estiva godendosi, al contempo, le Cin(ic)o Olimpiadi, nel Caucaso una piccola bega nazionale tra il Governo georgiano ed un paio di province ribelli si trasformava, di colpo, in un altro Kosovo.            Vi racconteranno anche che , di comune slancio, la UE e la NATO si erano indignate, colte da sgomento per l’intervento armato dei Russi che faceva profilare all’orizzonte cupi e spettrali ricordi legati al tempo in cui loro, i Russi, erano i COMUNISTI…            E verranno a dirvi del generoso slancio con cui Sarkozi ha presentato un piano di mediazione. E di come l’Italia per bocca di Frattini si è offerta, col beneplacito di Napoletano, di dare il suo disinteressato apporto a questo dissinesco della crisi.            Ve lo diranno e voi…chiedetegli, con cortese e preoccupata attenzione, di come sia potuto succedere. Di chi sia stata la colpa.            Forse allora parleranno di una ex-repubblica sovietica di stampo ultranazionalista, la Georgia appunto, che ha sferrato il primo colpo tentando di riannettersi con la forza l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia, due province montagnose che contano in tutto meno di 200.000 abitanti.             Entrambe hanno una grossa parte di popolazione di origine osseta e si sono proclamate stati indipendenti, od hanno cercato di farlo, a più riprese negli ultimi venti anni.            E di fatto lo sono pure diventate, nel 2004, suscitando le ire dello stato centrale e facendo calare le truppe Russe nel territorio a scopo di “peacekeeping”…niente di più o niente di meno di quello che era accaduto con le truppe ONU nel Kosovo.            Poi, da copione, i Russi non si erano più spostati. Tanto più che il nuovo presidente Georgiano aveva fatto della “riconquista” di quelle due povere province montuose il leit-motiv di tutta la campagna elettorale che lo aveva portato a conquistare il potere.            E per essere fedele al mandato dei suoi elettori, che chiedevano la fine di questa terribile “emergenza”, il buon Presidente Saakashvili ha pensato bene di tentare la carta delle riannessione forzata, con le conseguenze di cui tutti, ora, sappiamo…                     Questo è quello che diranno…Magari aggiungendo che il tutto rientra nella politica della linea punitiva Russa già inaugurata da Putin contro Ucraina e Lituania e perfettamente mantenuta dal suo pupillo Medvedev contro la Georgia.            Ed invece…