Il mondo di Ivan

Giambattista Vico, filosofo napoletano


In questi giorni sono ancora più del solito, "affamato" di libri, di verità, di frasi rese celebri e alla continua ricerca di varie spiegazioni ad alcune mie personali domande. Tra i vari autori ho rispolverato uno dei grandi filosofi italiani di tutti i tempi, il napoletano Giambattista Vico (nella foto). Ci tengo tanto a precisare quanto fosse napoletano, dato che oggi Napoli viene ricordata solamente per altre cose...! Egli, nonostante una brutta frattura al cranio rimediata durante l'infanzia, problema che lo fece stare lontano da scuola per ben tre anni, ebbe poi tutto il tempo di dimostrare al mondo intero quanto fosse acuto il suo pensiero.Vico parla di "corsi e ricorsi storici" cioè non necessariamente la storia si ripete, ma l'uomo è sempre uguale a se stesso, pur nel cambiamento delle situazioni e dei comportamenti storici, pur nel continuo mescolarsi delle fasi di progresso a quelle di decadenza. Ciò che si presenta di nuovo nella storia è solo paragonabile per analogia a ciò che si è già manifestato. Ad esempio, ad epoche di civiltà e di relativa pace possono seguire epoche di guerre sanguinose; oppure possono esserci dei periodi storici in cui si sviluppa maggiormente un aspetto della vita piuttosto che un altro. Quindi per Giambattista Vico la storia è sempre uguale e sempre nuova. In tal modo è possibile comprendere un passato che altrimenti rimarrebbe di difficile interpretazione.Cavolo quanto è vero! E questo, secondo me, può valere anche nei rapporti interpersonali, nella vita di tutti i giorni, in politica etc... Qualche risposta ad alcune domande che mi sono posto in questi giorni ma l'ha data proprio la filosofia di Giambattista Vico. Non parliamo poi del fatto che per Vico l'unica verità che può essere conosciuta consiste nei risultati dell'azione creatrice. Solo Dio conosce il mondo in quanto lo crea continuamente, mentre l'uomo è artefice del proprio destino. L'unico campo in cui l'uomo può raggiungere la verità, è quello della matematica, in quanto di essa egli è in un certo senso produttore della verità che scopre.