Cenerentolasiribella

Brasile: violenza contro le donne


Da gennaio 2007 ad oggi, sono state uccise 44 ragazze e donne nello stato di Pernambuco, nordest brasiliano. Le uccisioni avvengono soprattutto nella capitale, Recife. Ad oggi, infatti, più di mille ragazze e donne sono state picchiate ed uccise da fidanzati e mariti. La maggior parte di loro avevano tra i 18 e 30 anni ed erano per lo più donne povere. Lo sterminio di donne è stato denunciato dalle associazioni femminili: un genocidio che attenta alla loro integrità, alla loro salute, alla loro libertà e alla loro vita. L’attacco è realizzato da persone conosciute o sconosciute, violenti, violentatori, occasionali o professionali e conduce sempre alla morte crudele della vittima. Tutti questi atti hanno in comune una visione della donna che è considerata come un oggetto “usa e getta” che si può violare ed eliminare.E’ sorprendente dirlo, ma in Brasile, questa barbarie non fa notizia: nessun gran giornale delle principali città ha riportato la tragedia. Purtroppo è così in Brasile, le donne del nordest, povere e delle periferie non meritano rispetto e attenzione. Nel mese scorso, 12 giugno, la questura, speciale per le donne, che investigava i delitti è stata incendiata. Migliaia di prove, documenti contro mariti, fidanzati che hanno malmenato, picchiato e ucciso le donne, sono andate in fumo. Coincidenza?Rappresentanti di Amnesty International hanno visitato Pernambuco, per conoscere la realtà dello stato che concentra la più grande incidenza di violenza contro le donne al mondo.Solo nel mese di gennaio, sono state uccise 32 donne, dagli ex fidanzati, ex compagni e mariti. Secondo l’Onlus SOF (Sempreviva Organização Feminista), le leggi che puniscono con piccole multe delitti gravi, mettono le donne in una situazione di umiliazione e contribuiscono all’ impunità. Il maschilismo, l’impunità degli assassini e la mancanza di attenzione per le sofferenze femminili generano questa escalation di violenza che sembra non avere una fine.