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DONNE: 14 MILIONI SONO VITTIME DI SOPRUSI


Vengono definite “il sesso debole”, ma nessuno fa niente per aiutarle: sono le donne. Secondo un’indagine Istat richiesta dal Ministero delle Pari Opportunità, su un campione di donne tra i 16 e i 70 anni, oltre 14 milioni sono vittime di soprusi fisici, sessuali o psicologici, e, nel 69,7% dei casi l’autore è il partner attuale o l’ex. Secondo il tipo di violenza, circa 7 milioni di donne hanno subito violenze fisiche o sessuali, di cui una su quattro (il 23,7%) ha subito violenze sessuali, il 18,8% violenze fisiche, il 4,8% ha subito stupri o tentati stupri. Il 2% circa delle donne ha subito violenze ripetute davanti ai figli e un milione e 400 mila ha subito una violenza prima dei 16 anni. Sono dati allarmanti, se consideriamo che solo il 18,2% delle donne che hanno subito violenza fisica o sessuale in famiglia considera il maltrattamento subito un reato. Tra i luoghi più a rischio troviamo i  mezzi pubblici con il 28%, la stazione o gli aeroporti, e il 16,8% in strada. Una violenza su 10 avviene al lavoro, altrettante nei pub, in discoteca, al cinema o a teatro. Le più colpite sono le donne separate e le divorziate. Il 63,9% di loro ha subito almeno una violenza, il doppio della media nazionale. Di questi 14 milioni di donne, circa 2.077.000 hanno subito lo stalking, ossia comportamenti persecutori. Il ministro dei diritti e delle pari opportunità, Barbara Pollastrini, ha detto che la violenza subita dalle donne, sia fisica, sessuale o psicologica, «è un dramma quotidiano rimosso».Il sommerso è elevatissimo e raggiunge circa il 96% delle violenze da un non partner e il 93% di quelle da partner. Anche gli stupri non sono denunciati: lo sono il 91,6% del numero complessivo. Ed è inoltre consistente la quota di donne che non parla con nessuno delle violenze subite (33,9% per quelle subite dal partner e 24% per quelle da non partner).  «I dati – ha osservato il ministro – confermano che la rimozione è enorme perché le donne hanno paura di denunciare se non c'è una rete di servizi che le accoglie. I dati confermano che nella fascia di età 16-50 anni le donne muoiono più per violenza che per malattia e incidenti stradali. Ma in tutto il mondo però ora si sta facendo il conto con questo problema».  Ma forse l’indagine è incompleta. Perché non ci si è chiesto il motivo di tanti silenzi? Perché vivere una vita da incubo?Qualcuno potrebbe rispondere che il motivo più ovvio è la paura. Ma la paura non è solo denunciare la violenza, e, quindi essere costretto a parlarne. Ma la paura è quella di una pena che non arriverà mai. In un paese dove, se ammazzi qualcuno in 15 anni al massimo in un anno sei fuori, chi si fida a denunciare una violenza o uno stupro? Forse è questo che bisognerebbe chiedersi il governo. Ma la certezza della pena è scomoda un po’ per tutti, probabilmente anche per la nostra classe politica. di Flavia Arena