Cenerentolasiribella

Dodicenni violentate dopo la scuola


Li hanno arrestati mentre tornavano a casa. All´imbrunire, come ogni sera, dopo aver bazzicato per ore tra le vie dello struscio del piccolo centro a pochi chilometri da Taranto. Sull´uscio di casa, però, ad aspettarli non c´era la mamma. C´erano i poliziotti del commissariato che li hanno arrestati per violenza sessuale. In manette due studenti di quindici anni. Hanno convinto due ragazzine di dodici anni a bere liquore, un bicchiere dietro l´altro poco dopo l´uscita da scuola. E poi le hanno violentate, sotto il sole cocente in un vialetto di periferia, vicino alla gravina. L´ennesima brutta storia di abusi sessuali in Puglia, giunge questa volta da una cittadina in provincia di Taranto. Una piccola comunità che ieri è stata letteralmente sconvolta dalla notizia della violenza subita dalle due giovanissime compaesane. La trappola, perché questa è l´ipotesi degli inquirenti che hanno fatto scattare l´arresto per i minorenni, è scattata all´uscita della scuola, anticipata di un paio d´ore per una riunione sindacale. Quando è suonata la campanella ed hanno varcato il portone, le vittime hanno incrociato lo sguardo di un ragazzo conosciuto pochi giorni prima nel centro del paese. Uno come tanti che le aveva abbordate durante lo struscio serale. Lui le ha subito avvicinate ed ha presentato l´amico. Un compagno dell´istituto superiore. I due ragazzi hanno proposto una passeggiata. Le due ragazzine non hanno sospettato nulla. Anzi hanno accettato di buon grado, forse eccitate dall´idea di trascorrere qualche ora in compagnia di quei ragazzi più grandi. Un modo per ingannare il tempo o forse per sentirsi un po´ importanti. Fatto sta che il gruppetto si è diretto verso la gravina, abituale meta dei ragazzi che marinano la scuola. Prima di arrivare, una piccola tappa per acquistare gli alcolici. Con il bottino di liquori si sono appartati in una zona isolata. Ed hanno cominciato a bere a dispetto del solleone che sta regalando un anticipo d´estate alla provincia di Taranto. E più quelle sorsate si facevano lunghe e più i ragazzi tentavano di allungare le mani. Sino a quando le avance si sono trasformate in violenza. Le ragazze, intontite dall´alcol, hanno tentato di opporre resistenza. Ma loro, i maschi, non hanno desistito. E le hanno stuprate, tra le urla e le lacrime delle ragazzine. Poi i quindicenni hanno ripreso a bere, prima di tornare all´assalto.Sono stati minuti di orrore e di terrore per le vittime, poco più che bambine. Hanno ripreso a respirare solo quando i due finalmente si sono allontanati. Spaurite si sono guardate negli occhi. Non si sono parlate e sono andate via anche loro, asciugandosi il viso rigato dalle lacrime. Una è tornata a casa, probabilmente decisa a non raccontare nulla. Per vergogna, o forse per paura di essere rimproverata o giudicata. L´altra, invece, ha vagato per ore nel centro del paese. L´hanno scovata gli agenti di una volante. Cercavano proprio lei. A fare scattare l´allarme era stata la madre, molto preoccupata per il ritardo della figlia. I poliziotti si sono accorti che era sotto choc e che aveva bevuto. Hanno pensato ad una bravata come tante. Per sicurezza l´hanno condotta nel vicino ospedale per farla medicare. La ragazzina è rimasta chiusa in un silenzio ostinato. Quando è arrivata la madre si è decisa a parlare ed ha raccontato la sua tremenda disavventura, confermata dall´esito delle visite mediche. Le parole ed i particolari della storia da brividi sono stati riscontrati con la versione dell´amica che si è decisa a confermare la violenza. A quel punto è scattata la caccia ai due quindicenni. I poliziotti li hanno incrociati poco lontano dalle loro case e li hanno attesi. Quando hanno capito che li stavano arrestando hanno detto che con quelle ragazze avevano fatto solo una passeggiata sotto il sole.Fonte: L'espresso