Cenerentolasiribella

Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne


(Donna uccisa in Brasile - novembre 2008)"Occorre fare di più per dare esecuzione alle leggi esistenti e combattere l'impunità: bisogna combattere atteggiamenti e comportamenti che tendono a condonare, tollerare, giustificare o ignorare la violenza commessa contro le donne". E' l'appello del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon in occasione della 'Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne' che si celebra oggi, 25 novembre. Ovunque nel mondo in paesi ricchi e poveri, le donne sono sottoposte a sevizie, percosse, stupri, assassini, e sono vittime del traffico di esseri umani" - afferma Ban Ki-Moon sottolineando che si tratta di "violazioni dei diritti umani che vanno ben oltre il danno individuale, perché rappresentano una minaccia a sviluppo, pace e sicurezza di intere società". In particolare il Segretario generale dell'Onu ricorda che le donne che "vivono in società alle prese con conflitti armati fronteggiano pericoli ancora maggiori". "In presenza di conflitti sempre più complessi anche il modello di violenza sessuale si è evoluto. Ora le donne non sono più solamente in pericolo durante il periodo del conflitto; la possibilità di essere aggredite da eserciti, milizie, ribelli, criminali, perfino polizia, è la stessa in fasi di maggiore calma". Ban Ki-Moon ricorda alcuni esempi "particolarmente odiosi": "Nella travagliata provincia del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, dove la media di stupri denunciati si attesta intorno ai 350 casi, le vittime sono talvolta sottoposte a mutilazione genitale e ancora più preoccupante è l'età di molte vittime". Ban Ki-Moon ha quindi annunciato la "Campagna globale 'UNiTE per porre fine alla violenza contro le donne', che punta a aumentare il livello di consapevolezza pubblica, nonché la volontà politica e le risorse a disposizione, oltre che a creare un ambiente propizio a trarre pieno profitto dagli impegni politici esistenti". In occasione della Giornata, Amnesty International denuncia il legame tra povertà e violenza e lancia un'azione in favore delle donne colpite da Hiv/Aids in Sudafrica. "Quello del Sudafrica è un tragico esempio del legame tra povertà e violenza. Se è vero che la violenza contro le donne colpisce donne di ogni etnia, età e classe sociale, tuttavia povertà e violenza sono fattori che si influenzano e si rafforzano a vicenda" - ha dichiarato Erika Bernacchi, del 'Coordinamento donne' della Sezione italiana di Amnesty. In Sudafrica vivono cinque milioni e mezzo di persone colpite da Hiv/Aids, il più alto numero al mondo. Il 55% dei contagi riguarda le donne. La percentuale di donne tra i poveri e i disoccupati in Sudafrica è altissima e la povertà svolge una funzione di barriera all'accesso ai servizi sanitari per le donne contagiate nelle aree rurali del paese. In Italia, secondo l'ultima indagine Istat commissionata lo scorso anno dal Ministero dei diritti e delle pari opportunità del precedente Governo, oltre 14 milioni di donne italiane sono state oggetto di violenza fisica, sessuale o psicologica nella loro vita. La maggior parte di queste violenze arrivano dal partner (come il 69,7% degli stupri) e la grandissima maggioranza (oltre il 90%) non è mai stata denunciata. Solo nel 24,8% dei casi la violenza è stata ad opera di uno sconosciuto, mentre si abbassa l'età media delle vittime: ben un milione e 400mila (il 6,6%del totale) ha subito uno stupro prima dei 16 anni. Fonte: Unimondo.org