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Violenza contro le donne "Una giornata non basta"


Italiane e straniere. Giovani e adulte. Insegnanti, operaie, libere professioniste, casalinghe. Non esistono discriminazioni quando si parla di abusi contro le donne. Un fenomeno che coinvolge tutte le età, le classi sociali e le nazionalità, in modo trasversale, senza differenze. Anche a Parma, dove nel 2009, fino al 31 ottobre, le denunce al Centro antiviolenza (www.acavpr.it) sono state 171, contro le 165 dell'intero anno passato. Un motivo sufficiente per celebrare anche nella città ducale la giornata internazionale del 25 novembre, dedicata alla lotta alla violenza contro il genere femminile. Anche se, come fa notare la presidente del Centro parmigiano Samuela Frigeri, “parlarne un giorno all'anno non basta”. Bisognerebbe ricordare molto più spesso che i maltrattamenti avvengono quasi esclusivamente all'interno delle mura domestiche da parte di mariti, compagni, ex fidanzati. E che le donne non subiscono solo stupri, molestie, mobbing, aggressioni verbali. Ma anche pressioni psicologiche, che le fanno sentire nullità, persone incapaci di prendere in mano la propria vita e di provare ad essere autonome. “Si rivolgono a noi – spiega Frigeri - perché si sentono succubi, costrette a fare quello che gli impone l'uomo che hanno a fianco”. A volte l'arma di ricatto sono i figli, altre il denaro. Già nel 1929 Virginia Woolf parlava di “una stanza tutta per sé”, simbolo della possibilità di poter disporre di una propria rendita, come della chiave per l'emancipazione femminile. Anche oggi, esattamente ottant'anni dopo, quando una donna non ha uno stipendio si ritrova totalmente in balìa degli uomini. Samuela Frigeri la definisce “ violenza economica”. “Uscire da queste situazioni di dipendenza – racconta - è difficile, ci vuole molto coraggio. Le vittime di abusi hanno paura di ritorsioni, del giudizio della comunità in cui vivono, soprattutto se sono straniere”.Fonte: La Repubblica