Cenerentolasiribella

Mamma e figlia 15enne legate e imbavagliate. Stupri e sevizie per una notte intera


Completamente nude, una di fianco all’altra. Legate, picchiate e violentate più volte, a turno, nel letto della loro casa. Per tutta la notte obbligate ad assistere l’una allo stupro dell’altra. Cinque ore di violenza selvaggia che segne­ranno per sempre la vita di una donna di 40 anni e di sua figlia quindicenne, sequestrate e stu­prate dall’ex convivente della madre. L’incubo comincia lunedì sera, quando Carla (ovviamente tutti i nomi sono di fantasia per tutelare la privacy delle vittime) esce sul balcone per fumare una sigaretta e vi trova Salvatore, il suo ex fidanzato. L’alloggio dove vive con la figlia, Maria, è al piano rialzato e per l’uomo, un operaio di 23 anni, la “scalata” dal cortile è stata un gioco da ragazzi. Nella sua mente, sconvolta dalla follia per essere stato lasciato da Carla e dalle grandi quantità di alcol ap­pena bevuto, il piano è già chiaro. Infatti, in tasca ha coltello, nastro adesivo e cavi elettrici. Con l’ar­ma in pugno, minaccia Carla e Maria: «Non gridate o vi ammaz­zo ». Madre e figlia sono terroriz­zate e non possono fare altro che ubbidire all’uomo. E in quell’al ­loggio di un paese del ciriacese si scatena una violenza tale da far impallidire anche quanto visto in film come “Arancia meccanica”. Salvatore spinge le donne in quella stessa camera da letto dove dormiva anche lui fino a pochi mesi prima. Il suo delirio è totale: già ubriaco, con sè ha anche altre bottiglie di vino da cui continue­rà a bere per tutta la notte. L’uomo obbliga Carla a spogliarsi comple­tamente, poi si denuda anche lui. E, infine, fa togliere i vestiti anche alla piccola Maria. Le donne, nu­de e tremanti, sono in piedi una di fianco all’altra quando lui prende il nastro adesivo e lega le caviglie di entrambe prima di sca­raventarle sul letto. E qui si scate­na la violenza più selvaggia. Altro nastro adesivo va a coprire bocca e occhi, ma quando Salvatore stu­pra Carla fa in modo che la figlia possa assistere. E lo stesso fa quando si accanisce sulla quindi­cenne: la mamma, presa anche a pugni per “convincerla” a non opporre resistenza, assiste a tutto, inorridita e impotente. Le violen­ze sono ripetute, aiutate dall’al ­col. Salvatore vomita in tutto l’appartamento, sputa, beve, stra­parla, poi ricomincia a stuprare madre e figlia. Alla fine, quasi incosciente, slega Carla e la con­sola. Poi si accascia sul letto, semisvenuto. Sono le 4 del matti­no quando la donna afferra la figlia e si precipita all’esterno, chiede aiuto, si attacca ai citofo­ni. Nella strada scoppia il caos, ma non tutti comprendono subito quanto sta avvenendo «Pensava­mo si trattasse di un malore di uno dei molti anziani presenti nel nostro palazzo - spiega una vicina -. Mai e poi mai avremmo pensato ad una cosa del genere». Sul po­sto si precipitano le gazzelle dei carabinieri di Ciriè ma Salvatore, nel frattempo, si è ripreso e si è dato alla fuga sulla sua Peugeot. Scatta l’inseguimento, l’uomo a fari spenti imbocca la provinciale in direzione di Ciriè. I carabinieri appostano un posto di blocco, ma lui sperona la gazzella e continua la sua folle corsa con i militari che non mollano. A mettere fine a tutto è la rotonda di via Baritore: la Peugeot esce di strada e si schianta, lui se la cava con poche ferite. Salvatore, con un piccolo precedente per furto e difeso dall’avvocato Antonio Menco­bello, dovrà rispondere di seque­stro di persona, violenza sessuale e resistenza a pubblico ufficiale. Carla e Maria, invece, vengono accompagnate all’osp eda le Sant’Anna dove i medici confer­mano le terribili violenze cui so­no state sottoposte. Ora sono a casa e dovranno riuscire a convi­vere per sempre con il ricordo di questa terribile notte.Fonte: CronacaQui