Basta uscire di casa per vedere centinaia di donne paralizzate, come stregate davanti alle vetrine. Si vedono in giro donne a braccetto cercando le scarpe giuste per una serata o il vestito per una festa. Curiosamente non si vedono uomini disperati in cerca dell'abito “giusto” e nemmeno disperati in cerca del pantalone da urlo. Questo succede perché le donne portano ancora dentro di se che non “contano se non sono belle”. Le nostre antenate avevano bisogno di attirare gli uomini per sposarsi nei secoli precedente con bei vestiti o fallivano come donne. Nei secoli precedenti le donne “dovevano” sposarsi per “essere” qualcuno. Senza la figura dell'uomo non esistevano, non contavano. Questo sentimento di disperazione che le nostre antenate hanno sofferto viene tramandato attraverso quello che gli scienziati chiamano “effetto nonna” - ossia, quello che la nonna ha sofferto viene tramandato nei geni alla figlia, fino alla nipote. Ovviamente i nonni non avevano il bisogno disperato di cercarsi una donna, ma le nostre nonne avevano ancora questa necessità disperata e hanno tramandato nei loro geni fino alle nipoti. Gli uomini sempre comandarono il pianeta e determinavano le regole sociali che gli interessavano, mettendo le donne nella posizione di sottomissione. Questa è la ragione per cui vediamo tante donne disperate davanti alle vetrine cercando “qualcosa” per colpire, per attirare l'uomo. Ovviamente non conosco donne che hanno la febbre dello shopping per i libri. Ma, come dicono i buddhisti – la consapevolezza ci libera. Se siamo consapevoli che questo comportamento viene tramandato dalla disperazione delle nostre nonne, possiamo cambiare e iniziare una nova rivoluzione culturale, proponendo ai nostri geni un'informazione diversa – non più disperate per lo shopping, ma disperate per la cultura. O andremmo avanti come asini, a cercare il vestito da urlo per “incastrare” quel cretino che dopo vorremo disperatamente sbarazzarsi? Tania Nienkötter Rocha