Cenerentolasiribella

Pedofilia: 67 bambini sordi e le denunce a Verona


In tempi ravvicinati si provvederà ad ascoltare le eventuali vittime di abusi». Il comunicato della Diocesi di Verona è di tre giorni fa. La richiesta arrivata dal Vaticano, invece, risale a metà febbraio: la Congregazione per la Dottrina della Fede vuole un approfondimento delle indagini su presunti casi di pedofilia. È l’ultima puntata di una storia complessa, prescritta per la giustizia ordinaria. Sessantasette ex alunni dell’Istituto per sordi Antonio Provolo di Verona avrebbero subito abusi e violenze sessuali da parte di preti fra gli anni Cinquanta e il 1984. Un caso tanto clamoroso da finire sulle pagine del New York Times, dopo che l’Espresso l’aveva sollevato a gennaio del 2009. Stasera, nel corso della trasmissione di Andrea Vianello Mi manda Raitre, tre delle vittime racconteranno a volto scoperto la loro verità. In sintesi: quindici ex ospiti dell’Istituto hanno messo per iscritto, davanti a Marco Lodi Rizzini, portavoce dell’Associazione sordi Provolo, l’elenco di abusi e i nomi dei religiosi che li avrebbero commessi: ben 25 sacerdoti sui 28 che hanno prestato servizio al Provolo in quegli anni. «Già quella percentuale pare poco credibile—dice monsignor Bruno Fasani, portavoce della Curia veronese —. E poi, a noi non è mai arrivata una denuncia circostanziata, con nomi e cognomi». Il Vicario giudiziale, comunque, ha condotto un’inchiesta e il dossier è a Roma dal maggio scorso. «Si è accertato —spiega monsignor Fasani —che due aspiranti sacerdoti furono allontanati per tendenze pedofile manifestate negli anni 1965-67; un «fratello», non un prete, ammise di aver avuto rapporti dal 1965 al ’90 con minori, donne e uomini, e poi se ne andò con una donna. Infine, un religioso, ormai morto, aveva commesso abusi». Parla soprattutto di toccamenti, episodi minori. Le denunce invece sono gravissime. La lettera spedita dagli ex allievi del Provolo al vicario giudiziale il 20 novembre 2008 dice: «Nella stanza adibita a confessionale della chiesa di S. Maria del Pianto i preti approfittavano per farsi masturbare e palpare da bambine e ragazze sorde. Rapporti sodomitici avvenivano nel dormitorio, nelle stanze dei preti e nei bagni. I sordi possono fare i nomi di preti e fratelli laici coinvolti». L’agenzia di stampa Associated Press, in un’inchiesta sugli scandali a sfondo sessuale nel clero italiano, cita il racconto di due ex allievi del Provolo: Alessandro Vantini ricorda quando e dove veniva sodomizzato, il suo compagno Gianni Bisoli chiama in causa l’ex vescovo scaligero Giuseppe Carraro, per il quale è in corso una causa di beatificazione, accusandolo di averlo «molestato in cinque occasioni», fino a provare a sodomizzarlo con una banana. A Verona succede di tutto. Il vescovo, Giuseppe Zenti, difende il suo predecessore con parole di fuoco: «Le fandonie su di lui mostrano che si tratta di un teorema allucinante e infernale. Sono casi psichiatrici». Racconta del suo incontro con Giorgio Dalla Bernardina, presidente dell’Associazione sordi Provolo: «Chiedeva di continuare a usare gratis gli ambienti del Provolo e di gestire la tenuta Ai Cervi. Altrimenti, disse, noi interveniamo con accuse di pedofilia». L’Associazione lo denuncia per diffamazione. Il processo è in corso, ma dopo che sulla chiesa cattolica si è abbattuta l’ondata dello scandalo pedofilia, quella causa contro il vescovo pare poca cosa. Ora la Congregazione per la dottrina della fede aspetta notizie da Verona. Notizie su eventuali abusi.Mario Porqueddu/Corriere della Sera