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Cani dall'Est, sequestrati 200 cuccioli


Duecento cuccioli di cane sono stati sequestrati nell’ambito di una vasta operazione che ha permesso di sgominare una vera e propria associazione criminale, dedita al traffico di animali importati illegalmente dall’Europa dell’Est. L’operazione, durata tre mesi e articolata in diverse regioni del nord Italia, è stata coordinata dalla direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Torino e condotta dagli agenti di nuclei Nirda e Nipaf della Forestale e della squadra mobile della questura del capoluogo piemontese. Che l'operazione sia stata coordinata dalla Dda è l'ulteriore dimostrazione di come il business delle importazioni illegali sia sempre di più una delle attività illecite privilegiate dalla criminalità organizzata, che attraverso di essa è in grado di realizzare grossi profitti (paragonabili per le percentuali di ricarico e di guadagno a quelle del traffico di stupefacenti) con rischi relativamente contenuti. L’organizzazione criminale procurava la documentazione necessaria per l’importazione degli animali avvalendosi anche di false certificazioni sanitarie prodotte da veterinari compiacenti. I cani venivano introdotti in Italia con passaporti non validi e microchip identificativi spesso non ancora inseriti sotto pelle. Una volta arrivati in allevamenti e negozi del Piemonte, della Lombardia e dell’ Emilia Romagna, ai cuccioli venivano apposti microchip italiani a volte con la complicità di veterinari coinvolti nel traffico.IL GIRO D'AFFARI - Si stima che il giro d’affari abbia fruttato all’organizzazione all’incirca duecento mila euro, basti pensare che ogni cucciolo acquistato dagli allevatori e dai commercianti con poche centinaia di euro veniva rivenduto intorno ai 1.000–1.500 euro. Tra le razze di cuccioli sequestrati: Carlini, Chihuahua, Cavalier King Charles, Shar-Pei, Pincher, Bulldog, West Highland, White Terrier ed altre razze. I cuccioli, importati in precarie condizioni igienico-sanitarie, erano privi della necessaria profilassi antirabbica e avevano meno di due mesi di vita. Alcuni animali, particolarmente bisognosi di cure, sono stati trasferiti presso cliniche e altre strutture specializzate.Fonte: Corriere della Sera