UNA VITA DA SCRIVERE

NON VORREI MAI FAR PARTE DI UN CLUB CHE ACCETTI TRA I SUOI SOCI UN TIPO COME ME


I sette vizi capitali degli scrittori Preparatevi a un bell’autogol: a volte non sopporto la categoria degli scrittori. Nessun risentimento particolare, nessun episodio recente che mi abbia infastidita, forse sarà anche una mia proiezione, ma li trovo: 1- egocentrici,2- infantili, 3- prepotenti, 4 -permalosi, 5- vanitosi,6- invidiosi 7-  aridi  nei sentimenti. Può darsi che ciò dipenda dal fatto che quando uno scrive riversi talmente tanta energia in ciò che scrive, che non ne resta neanche un briciolo da dare a chicchessia, né sotto forma di affetto, né di solidarietà, nulla. Poi può darsi che chi scrive lo faccia perché non riesce a far nulla di meglio, per cui si sente frustrato se quell’unica cosa che riesce  a fare non viene accolta con il giusto plauso. Può darsi che chi scrive in realtà si liberi di una sorta di zavorra deteriore che opprime e quindi in realtà ciò che scrive non lo nobilita affatto. Può darsi che chi scrive lo faccia per una sorta di necessità che nulla ha a che fare con la produzione artistica, anzi, addirittura se ne vergogna. Può darsi che chi scrive lo faccia per liberarsi di un’ansia che lo opprime e facendolo si rimetta in equilibrio. Può darsi che chi scrive abbia semplicemente voglia di comunicare al mondo la sua esistenza. E tutte queste non sono motivazioni adulte, responsabili e mature. Sono le motivazioni del bambino capriccioso, lagnoso, egocentrico e che non vuole assolutamente crescere. E tutto questo siamo noi che abbiamo il vizio di scrivere.