UNA VITA DA SCRIVERE

I LIBRI CHE ABBIAMO LETTO FANNO PARTE DI NOI


                Quando qualcuno mi parla di brutti libri lo prendo sempre con le molle:  se riesco a finire un libro non potrà mai essere brutto, per il semplice fatto che nel leggerlo vi ho travasato dentro le mie emozioni, tutti i pensieri, i ricordi che quello scritto mi ha, nel bene o nel male, suscitato. Quindi, come può essere brutta una cosa  strettamente avviluppata  a qualcosa di mio? Un libro è un libro e basta,  fino a che qualcuno non lo legge. Nel momento in cui qualcuno riesce ad andare oltre le prime pagine si crea un botta e risposta con il nostro intimo e a fine lettura il libro non è più  del solo autore, ma anche di chi l’ha letto e vi ha trasfuso  sprazzi del proprio sé. Per questo tutti i libri sono potenzialmente interessanti. Certo, se un’opera è davvero illeggibile forse rimane lettera morta, come un mattone sterile lasciato lì a putrefare.  Può darsi che questo accada, specie quando si prendono in mano opere che di letterario non hanno nemmeno il titolo, scritte da autori  della domenica,  e cioè da gente che fa tutt’altro mestiere e che scrive solo per sfruttare il nome. E allora sì, posso capire che ti possono lasciare come ti hanno trovato.E purtroppo questo genere di libri sono in vertiginoso aumento…