UNA VITA DA SCRIVERE

Memorie dall’innocenza – Serena Frediani – Avagliano Editore


Continuo la mia periodica carrellata sui libri di autori interessanti, questa volta torno a parlare di          Serena Frediani, una cesellatrice delle parole, le sceglie con grande accuratezza, senza lasciare nulla al caso e le combina in modo da  procurare delle piccole scosse emotive. In questo suo secondo romanzo,  in apparenza diverso dal primo, il sorprendente  Il silenzio del colore nero,  che parla di amore assoluto, come  si leggeva forse nei tempi passati, sceglie una storia completamente diversa, una sorta di discesa agli inferi dell’infanzia.             In Memorie dall’innocenza sembra, a tratti, di trovarsi sul lettino dello psicanalista, proprio perché il tema centrale del romanzo è, appunto, Sua Maestà la Rimozione, ossia tutto ciò che ci crea dolore  ricordare  e alla fine ci impedisce di vivere con serenità il presente. Come succede a Daria la protagonista, che l’autrice inserisce sapientemente in un laboratorio di fotografia.  Cosa ha più potenza retrospettiva di una foto? Intorno a tutto ciò ruota la sua storia, dall’andamento quasi spiralico, condita da ritmici feed back, che piano piano ricostruiscono un dolente passato,  molto più doloroso proprio perché rimosso, come una specie di rigonfiamento nascosto, che si ridimensiona di colpo con la presa di coscienza, lasciando finalmente spazio alla vera vita affettiva.            Memorie dall’innocenza è una storia che entra poco a poco nelle vene, all’inizio come un racconto narrato a bassa voce, poi questa voce acquista  sempre più sicurezza  fino a diventare quasi un inno. All’innocenza, per l’appunto.