UNA VITA DA SCRIVERE

SPICCHI DI MANDARINI SENZA SEMI E LA VITA CHE VORREI


Sono più le cose che:- NON mi interessano,- le persone che NON mi piacciono, - i momenti che NON vorrei passare,-  i cibi che NON voglio  mangiare,-  i discorsi che NON vorrei intavolare, -  gli spostamenti che NON vorrei fare,-  i lavori che NON mi interessano,-  i  ragionamenti che NON vorrei sentire,-  le musiche che NON  voglio ascoltare- gli accostamenti di colore che NON vorrei vedere,            E anche nelle situazioni in cui mi trovo più a mio agio, e cioè quelle scelte da me, esistono dei momenti in cui NON vorrei trovarmi, tipo durante un bel film dei passaggi noiosi, oppure, durante la lettura di un bel libro delle pagine che vorrei saltare, (ma in questo unico caso, qual è il problema, le salto, per questo leggere è creativo). Oppure durante uno scritto di mia invenzione, esistono dei brani che NON vorrei scrivere, ma che servono per la completezza del tutto, o anche durante un piacevole intrattenimento, esistono dei vuoti, dei momenti insipidi che non si vede l’ora che finiscano.            Eppure tutto serve e si completa  in un tutto con un senso, in un chiaroscuro fatto di elementi negativi, insignificanti o pieni di intensità, senza i quali la vita  formerebbe un disegno asettico, o un anonimo videogioco da noi stessi guidato ma proprio per questo senza senso, perché il senso che noi stessi pensiamo di dare alla vita non corrisponde al senso universale delle cose, che ci  coinvolgono stravolgendoci. Un po’ come quei mandarini senza semi, che forse si mangiano più volentieri, ma a cui manca quella punta di sapore, quel brivido di agro che invece abbonda in quella frutta piena di semi, che siamo costretti a sputare mentre però ci stiamo gustando l’intensità del sapore. Ecco, questo è uno dei sensi della vita, mentre siamo intenti a sputare fuori i semi dei momenti ingrati, intanto ci gustiamo il  vero senso delle cose.