UNA VITA DA SCRIVERE

“CHI L’HA VISTO” E LE SUE TRAPPOLE MEDIATICHE


Questa trasmissione dura da oltre vent’anni e, come accade per  tutte le formule vincenti e che quindi non si cambiano nel tempo, non solo è durevole, ma tende a raffinarsi e a migliorare divenendo sempre più accattivante,  grazie a una conduttrice molto presente e a curatori e inviati coinvolti e coinvolgenti. Insomma, una trasmissione che non perde nel tempo le sue mirabili virtù, un po’ come accade a certi medicamenti, vedi l’argilla, l’aloe o l’olio di argan, Chi l’ha visto è e rimane una trasmissione di servizio, e sottolineo di servizio,  sua dote precipua, molto efficace e funzionante. Le storie che propone sono spesso terribili e crude, specie i cold case, e cioè gli omicidi ancora aperti, anche a distanza di decenni, servono a risvegliare le coscienze di chi ne ha condotto, magari superficialmente, a suo tempo le indagini, o a risvegliare i ricordi  in chi se ne ritrovò coinvolto. Insomma, una trasmissione a tutto tondo.                Tuttavia  me ne scaturisce una riflessione, un po’ amara, un po’ oziosa, un po’ fine a se stessa, però mi viene così spontanea che sento di parlarne.                I casi  esposti– specie quelli  di persone sparite volontariamente - trattano  sovente di  gente  depressa, incompresa, vilipesa o emarginata che un bel giorno decide di eclissarsi, a volte non sono del tutto decisi a determinarlo, altre volte sì. Comunque vengono sempre presentati ritratti accattivanti di queste persone, così interessanti da suscitare la curiosità di chi si occupa di materiale umano, magari chi scrive – come nel mio caso – o chi si occupa di psicologia. La mia  triste riflessione è: ma è più interessante il ritratto che ne emerge in sede di trasmissione, o la persona medesima?  Se a suo tempo la persona in questione fosse stata più seguita, amata, considerata, magari non sarebbe   scomparsa, tanto da diventare una ghiotta preda mediatica. Possibile che la tv triti miseramente anche i comuni mortali tanto da farli diventare importanti più da morti che da vivi?