UNA VITA DA SCRIVERE

CHIEDO LA LUNA 2° PARTE (seguito del post. n.63)


La mia motivazione a scrivere si basa su una disperata e forse un po’ isterica onestà intellettuale che a volte si spinge fino al ridicolo e al patetico.             La verità è che NON mi piace quasi niente di ciò che viene proposto oggi nelle librerie. Parlo degli autori affermati, ovviamente. Di quelli in via di affermazione non parlo, sperando che non cerchino di imitare i già affermati!            Questo rifiuto della produzione letteraria attuale mi porta disperatamente a  cercare di scrivere cose mie,  proponendo un mondo a parte. Un po’ come una poveretta che si arrangia  a cucire crea vestiti fatti a mano perché non le piace niente di ciò che va di moda. Magari saranno vestiti strani, buffi, strampalati, che non seguono nessuno stile, ma sono suoi, suoi e basta!Io scrivo cose mie, a volte un po’ tetre, incolori e magari stupide, su argomenti inutili per la maggior parte della gente, ma almeno le ho dette, le ho manifestate, cavolo!Perché mai dovrei scrivere roba su ordinazione! Al massimo posso fabbricare un raccoglitore, un vuotatasche su ordinazione, se qualcuno  lo vuole in carta di Varese invece che in carta riciclata, oppure quando faccio i miei buonissimi topini di cioccolata, posso metterci  la vaniglia al posto della nutella, questo sì, ovvio che l’artigianato vive per accontentare la clientela. Non la scrittura. Non ciò che  esce fuori per pulire l’animo e medicare il dolore, non ciò che usa la fantasia come parafulmine delle emozioni. Ma, dico io, come caspita si fa? Eppure c’è un sacco di gente che scrive quello che gli viene chiesto di scrivere…e il bello è che c’è pure chi lo legge! Evidente che sono fatti della stessa pasta fasulla, autori e lettori di questa roba finta. Io dico che se c’è una sola persona che  riesce a leggere ciò che scrivo e non ciò che eseguo, ho già vinto. Come si fa a dire di avere avuto successo quando un milione di lettori legge della roba che non ha nulla a che fare con il suo autore! Quei lettori hanno letto sì, ma hanno letto la roba di qualcun altro.