UNA VITA DA SCRIVERE

Il sonno emozionale dei social network


Scrivo sempre meno su questo blog, anche se confido di essere comunque seguita da un’assidua, pur se limitata, invisibile e attenta platea. In fin dei conti la dimensione virtuale è così comoda, rilassante e innocua,  da farci dimenticare gli amici in carne e ossa, al punto che non abbiamo tempo per fare una telefonata di due minuti ma abbiamo un tempo infinito per sostare sulle infinite e riposanti distese dei social network. Oppure, non abbiamo tempo per scrivere due righe a un amico, ma mandiamo in giro robaccia virtuale, foto di aitanti uomini in vesti succinte, catene di S. Antonio (se mandi venti quadrifogli ad altrettante persone sarai fortunato nelle prossime 24 ore, altrimenti, tegola in testa). Sì, è vero, questo contatto virtuale di sicuro non ti delude, ti risparmia i batticuori e i rossori, stempera le arrabbiature, modera le parolacce che vorresti sparare addosso a tutti gli incoerenti. Ma siamo sicuri che sia così salutare? Sono convinta che per il cervello non sia proprio un toccasana questo risparmio emozionale protratto, ci scommetterei la testa che a lungo andare pregiudica qualche prezioso neurone. Secondo me ce ne pentiremo amaramente tra qualche anno. Se già non è iniziato il processo degenerativo.            Secondo me è già iniziato, visto il comportamento di molte persone.