UNA VITA DA SCRIVERE

IL SOTTOSCRITTO TRA VIRGOLETTE


          Mai come in quest’epoca sono state costruite efficaci scappatoie per sfuggire alle nostre responsabilità. In quel meraviglioso tessuto connettivo che pervade la nostra esistenza e che va sotto il nome di LINGUAGGIO e sta lì a raccogliere le nostre tossine mentali (uso i termini della naturopatia, visto che la sto studiando e funziona quindi benissimo come supporto di ciò che voglio esprimere), mi infastidiscono in particolare due termini molto ma veramente molto, troppo ricorrenti, e, cosa ancor più terrificante, vengono usati anche da persone competenti e istruite, e pertanto padrone della lingua. O almeno dovrebbero esserlo.          L’usanza di virgolettare termini che non sentiamo nostri ad esempio.Quando corriamo il rischio di passare per severi giudici di qualcuno. Tutti sanno che non bisogna giudicare. Allora la persona di cultura media, ma un pochino ipocrita, usa quest’espediente, le virgolette. Dice ad esempio “Tizio è tanto simpatico, ma è anche, tra virgolette, un po’ invadente.” Che male c’è a esprimere un giudizio del genere? Allora, due sono le cose: o non giudica affatto, oppure, se esprime un giudizio, che lo dica tout court, che se ne assuma la responsabilità. Ci sono persone  che quando parlano usano una pioggia di virgolette, è un continuo! Ma perché? Tanto oramai si capisce lo stesso che la virgoletta circoscrive un giudizio, la gente non è scema.         Altro termine odioso: IL SOTTOSCRITTO. Ma che è, una domanda di concorso? Eppure, giuro, il sottoscritto esce fuori anche da gente completamente insospettabile, da persone mature, equilibrate, sensibili, dalle quali non ti aspetteresti un’uscita del genere. Un conto è che si scherzi, ok, può capitare, per gioco, con gli amici, di usare termini goliardici o buffonescamente burocratici. Ma, vi prego, non ve ne uscite così in un contesto serio! Eppure io lo vedo comparire spessissimo anche usato da bravi giornalisti, da gente di cultura. Dico, ma siamo impazziti? Il sottoscritto pensa che, ritiene che…vi prego! Ma è  così difficile dire: Io credo…io ritengo…o forse richiede una buona dose di maturità e responsabilità? Ecco, forse si dice IL SOTTOSCRITTO  proprio quando si esprime un pensiero in cui non si crede troppo, uno di quei pensieri che si manifestano esclusivamente per allinearsi al pensiero comune. E allora, bè, cambia tutto. Il sottoscritto dice questo, ma IO in realtà non l’ho mai veramente pensato. L’ha detto il sottoscritto, non IO.         Capita la sottigliezza?