UNA VITA DA SCRIVERE

STATICITA' DELLA VITA


           Quando salutiamo un amico o un conoscente, gli auguriamo “tante belle cose”, nel senso di fatti, una serie di gioiosi accadimenti uno più positivo dell’altro. Nessun augurio è più propizio di questo, nessun saluto contiene una dose maggiore di potenziale fortuna. Eppure la vita spesso è avara di fatti. Diciamo che spesso la vita è piena di fattarelli insignificanti piuttosto che di fatti memorabili. Non so se sia stato Flaiano l’autore di quella straordinaria frase: “i giorni memorabili nella vita di un uomo sono 5 o 6, il resto fa volume”. Io direi che si potrebbero tranquillamente togliere anche quei pochi giorni e la vita di un uomo sarebbe comunque ricca di significato. Ciò che accade non dovrebbe avere importanza, né in male né in bene. Il fatto è che troppo spesso ci scordiamo di essere NOI il principale accadimento  della nostra vita, solo per il fatto di essere riusciti a nascere, in messo a una ressa di spermatozoi aspiranti nascituri. Noi siamo il principale miracolo della nostra vita. E invece la sprechiamo aspettando ciò che non arriva, risposte che forse mai conosceremo, conferme negli altri, uomini come noi, che ne sanno quanto noi, cioè poco e niente. E se non aspettassimo più nulla di nulla e ci mettessimo a osservare ciò che di solito sfugge alla maggioranza delle persone? Tanto quello che deve succedere succede. E non ha poi tutta questa importanza, tanto passa.