UNA VITA DA SCRIVERE

ASOCIALITA' E CONTESTAZIONE


         Un saluto al mio popolo invisibile, ai polemici, ai nichilisti, ai detrattori a scatola chiusa, agli estimatori – magari pochi – ai perplessi e agli scettici. Insomma, al popolo dei blog,  quello più tipico.        Come al solito cerco di andare controcorrente, ci provo.        Quando per strada si sente un discorso, siamo quasi sicuri che il sistema ci ha già lavorato sopra prima di farlo nascere, altrimenti ognuno si terrebbe per sé le proprie idee, siamo sempre stati manipolati prima di esprimere un pensiero che, lo sappiamo già, incontrerà consensi sicuri.        E quali sono questi pensieri tipici? Ma divertimenti, viaggi, vita mondana, localini, ristoranti, negozi convenienti. Oppure, al contrario: visite mediche, esami, attese di responsi, sofferenze. Pur di suscitare empatia nell’altro. Si comunica tutto ciò che è già implicito, che sappiamo verrà accolto, approvato, con cui siamo sicuri di non essere estromessi dal consorzio umano, di più, da una cerchia, o comunità specifica.        Tutto ciò che ci rende diversi lo teniamo per noi, per paura di suscitare disagio o riprovazione.        E, guarda caso, gli argomenti con cui siamo sicuri di incontrare l’altrui approvazione coincidono  sempre con quelli che assecondano il sistema consumistico, che aiutano a girare la manovella del tornaconto economico del sistema. Vogliamo provare a intralciare l’interesse dei soliti pochi?        Perché non diventiamo musoni, strani, separatisti, criticoni, pigri? Magari anche un po’ tirchi. Ipocondriaci no, perché al sistema i malati servono eccome.        Proviamo a rompere le scatole al sistema con l’asocialità di massa. Poco poco. Secondo me  qualche risultato si vedrebbe.