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Ostara - Eostre, 21 marzo

Post n°5 pubblicato il 13 Gennaio 2012 da taranish

L'Equinozio di primavera, come quello d'autunno, è uno dei due momenti dell'anno in cui giorno e notte sono in perfetto equilibrio (la parola equinozio deriva dal latino "aequus nox", notte uguale).  Astronomicamente l'equinozio di primavera  (in gallese "Alban Eiler", luce della Terra) è il momento in cui il sole si trova al di sopra dell'equatore celeste. L'Equinozio d'autunno segna l'inizio della metà oscura dell'anno e quello di primavera l'esatto opposto: è l'inizio della metà luminosa, quando le ore di luce superano le ore di buio. E' il primo giorno della primavera, la stagione della rinascita, associata presso varie culture a concetti come fertilità, resurrezione, inizio, o meglio, nuovo inizio. Alban Eiler è il momento della rinascita anche dei nuovi progetti, è il momento in cui è possibile realizzare quei sogni che sono nati nel periodo freddo. E' il momento adatto per aprirsi ai sentimenti e viverli nella loro totalità,rinascere con la Natura e fondersi con la Madre Terra, celebrarla e gioire della Vita che sboccia e si manifesta in tutte le sue forme. Non dimentichiamo che le festività avevano sempre una duplice valenza: la prima riferita ai mutamenti ciclici stagionali della terra ai quali corrispondeva un ugual simbologia per i mutamenti nell'animo dell'umano. Le antiche tradizioni ci offrono infatti tutta una serie di miti legati alla primavera, che hanno al loro centro l'idea di un sacrificio a cui succede una rinascita o resurrezione. Un mito che mostra bene l'idea di un sacrificio e di una successiva rinascita è quello frigio di Attis e Cibele: Attis, bellissimo giovane nato dal sangue della dea Cibele e da questa amato, voleva abbandonarla per sposare una donna mortale. Cibele lo fece impazzire ed egli si evirò morendo dissanguato. Dal suo sangue nacquero viole e mammole. Gli dei, non potendolo resuscitare, lo trasformarono in un pino sempreverde.Dopo l'Equinozio, si svolgevano nel mondo ellenico le Adonìe, feste della resurrezione di Adone, bellissimo giovane amato dalla dea Afrodite che venne ucciso da un cinghiale (forse il dio Ares ingelosito). Adone era in realtà il dio assiro-babilonese Tammuz, a cui i fedeli si rivolgevano chiamandolo "Adon" (Signore).Egli dimorava sei mesi all'anno negli inferi, come il sole quando si trova al di sotto dell'equatore celeste (autunno e inverno). Si festeggiava a primavera la sua risalita alla luce quando si ricongiungeva alla dea Ishtar, l'equivalente dell'Afrodite greca. Allo stesso modo si festeggiava Persefone che ritorna nel mondo dopo aver trascorso sei mesi nel regno dei morti.

 

Tutti questi miti ci mostrano la morte, più o meno simbolica, del Dio e la sua rinascita/resurrezione ad un nuovo ciclo vitale nonché l'unione di un simbolismo celeste (il cammino del sole nel cielo) e un simbolismo terrestre (il risveglio della Natura) in cui riecheggia il tema del matrimonio fra una divinità maschile, celeste o solare, ed una femminile, legata alla terra o alla luna.

La primavera era infatti la stagione degli  accoppiamenti rituali, delle nozze sacre in cui il Dio e la Dea (personificati spesso da un sacerdote e da una sacerdotessa) si accoppiavano per propiziare la fertilità. Venivano accesi dei fuochi rituali sulle colline e, secondo la tradizione, che peraltro è rimasta ancora oggi nel folklore europeo, più a lungo rimanevano accesi, più fruttifera sarebbe stata la terra. Come per altre festività stagionali antiche, questo giorno è stato in parte assorbito dalla chiesa cristiana ed associato a due giorni santi cristiani: il primo è la festività dell'annunciazione della Vergine benedetta Maria, che cade il 25 marzo.

Il secondo, naturalmente, è la Pasqua. Il termine "Easter" con cui in inglese si designa la Pasqua ci riporta ad una antica divinità pagana dei popoli nordici, la dea Eostre, assimilabile a Venere, Afrodite e Ishtar, la quale presiedeva ad antichi culti legati al sopraggiungere della primavera e alla fertilità dei campi. I popoli Celti denominavano l'equinozio di Primavera "Eostur-Monath" e successivamente "Ostara". Il nome sembrerebbe provenire da aus o aes e cioè Est, e infatti si tratta di una divinità legata al sole nascente, anzi "risorto" e al suo calore. E del resto il tema dei fuochi e del ritorno dell'astro sarà un tema ricorrente nel prosieguo delle tradizioni pasquali.

A Eostre era sacra la lepre, simbolo di fertilità e animale sacro in molte tradizioni. I Britanni associavano la lepre alle divinità della luna e della caccia e i Celti la consideravano un animale divinatorio. Nella tradizione buddhista le leggende narrano di come una lepre si sacrificasse per nutrire il Buddha affamato, balzando nel fuoco. In segno di gratitudine il Buddha impresse l'immagine dell'animale sulla luna. In Cina la lepre lunare ha un pestello ed un mortaio con cui prepara un elisir di immortalità. Gli Indiani Algonchini adoravano la Grande Lepre che si diceva avesse creato la Terra. Nell'antica Europa i Norvegesi rappresentavano le Divinità lunari accompagnate da una processione di lepri che portano lanterne. Anche la Dea Freya aveva come inservienti delle lepri e la stessa Dea Eostre era raffigurata con una testa di lepre. 

 

La lepre di Eostre, che deponeva l'uovo della nuova vita per annunciare la rinascita dell'anno, è diventata l'odierno coniglio di Pasqua che porta in dono le uova, altro simbolo di fertilità. Così le uova pasquali si ricollegano alle tradizioni pagane in cui si celebrava il ritorno della dea andando a scambiarsi uova "sacre" sotto l'albero ritenuto "magico" del villaggio, usanza che collega Eostre alle divinità arboree della fertilità.

E l'UOVO non è scelto a caso ma è da sempre e per qualsiasi cultura, simbolo di vita, di creazione, di  rinascita.

Per il primitivo raccoglitore e cacciatore la primavera portava gli uccelli a deporre le proprie uova e dunque ad avere un nuovo sostentamento dopo l'austerità dell'inverno. E la nascita del mondo da un uovo cosmico è un'idea universalmente diffusa che veniva celebrata presso molte civiltà alla festa equinoziale di primavera, quando la natura risorge. Infatti in numerose mitologie un uovo primordiale, embrione e germe di vita, è il primo essere ad emergere dal Caos: è l'"Uovo del mondo" covato da una Grande Dea e dischiuso dal Dio Sole. L'Equinozio è il giorno in cui si commemora la discesa della giovane Dea nel mondo sotterraneo e il suo ritorno trionfante alla superficie della terra, portando con sé i doni della luce, del calore e della fertilità per tutta l'umanità, e cio' fa pensare alle Dee Persephone, Kore, Blodeuwedd, Eostre, Aphrodite, Athena, Cybele, Gaia, Hera, Iside, Ishtar, Minerva e Venere.

E' inoltre la stagione del giovane dio che fa pensare ad Herne il cacciatore, il pettirosso del bosco, l'uomo verde, Cernunno, il signore della natura, Dagda, Attis, Tammuz, il dio cornuto, Mithras, Odino, Thoth, Osiride.

Il motivo del sacrificio e della rinascita hanno un significato profondo per i cristiani, ma non solo, che commemorano la crocifissione, morte e resurrezione di Cristo con la Pasqua. Qualunque sia la nostra credenza, questo è un periodo in cui celebriamo il trionfo della luce sul buio e sulla morte, la rinascita a nuova vita.

 

 

 
 
 

Il Cristianesimo

Post n°4 pubblicato il 13 Gennaio 2012 da taranish

Il Cristianesimo distrusse gran parte dei tesori della tradizione pagana, segnando come eresiache le antiche dottrine sacerdotali e trasformando l'uomo, re della terra, nel suddito di un Dio orientale il cui insegnamento, come torrente in piena, corrose la psicologia e la morale di una civiltà decadente, sovvertendo gli antichi valori della vita e sostituendo, all'ideale sublime dell'uomo divinizzato e dominatore della Natura, la concezione di un Dio assurdo che, in cambio di un'ipotetica felicità in una dimensione eterna, pretendeva un'esistenza di rinunce, di sofferenze e di dolore. Quando i successori di Pietro eressero la Chiesa di Cristo sulle macerie dell'Impero Romano, sembrò che anche gli antichi insegnamenti misterici andassero perduti, sepolti sotto il peso intollerabile dei dogmi, liquefatti dal fuoco corrompente dei roghi e dall'intolleranza dei Papi, profanati dall'odio e dal cieco furore di preti psicopatici e ignoranti; mentre l'Europa, fulcro dell'antica civiltà, sprofondava nelle caligini oscure dell'ignoranza e della superstizione.

 

 

 
 
 

RELATIVITA'...

Post n°3 pubblicato il 13 Gennaio 2012 da taranish

 "non c'è animale più stupido della marmotta", disse l'etologo; sta ferma ore e ore a contemplare il sole"
"Non c'è animale più stupido dell'etologo", disse la marmotta "sta fermo ore e ore a contemplare me".
 

 
 
 

Il Padreterno

Post n°2 pubblicato il 13 Gennaio 2012 da taranish

Il Padreterno, per compensare l'uomo delle enormi carenze fisiche nei confronti degli animali, lo ha dotato della ragione ma ha purtroppo omesso di fornirlo della combinazione esatta per servirsene.  

 
 
 

Il Pensatore

Post n°1 pubblicato il 24 Agosto 2011 da taranish

Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:"Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?" "Gridano perché perdono la calma" rispose uno di loro. "Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore. "Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?" Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore. Allora egli esclamò: "Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano." Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."           [ Mahatma Gandhi ]

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: taranish
Data di creazione: 24/08/2011
 

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