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feltri dimostra che è la repubblica bordello,che schifo la morale doppia


feltri dimostra che è la repubblica bordello,che schifo la morale doppia
feltri dimostra che è la repubblica bordello,che schifo ma non che schifo per moraleggiare,in italia è sempre stato così,politici,amanti e poi baciapile in pubblico, i nostri politici da sempre hanno avuto amanti pagate dal contribuente, usato droghe e avuti contatti coi mafiosi, ultimo pupillo della schiera cristiana ed ipocrita, cuffaro, che casini non ha disdegnato anzi l'ha preso a braccia aperte, porta voti mafiosi, ma chi se ne frega. A questo punto c'è solo una cosa da dire che se ne vadano tutti, mandiamoli a casa, non bastano 30.000 euro mensili, noo,quì li manteniamo tutti come re, ed allora teniamoci il re, ma non si accorgono di quanto fanno schifo e ribrezzo, ma non per le fornificazioni, le tirate di coca, le amicizie delinquenziali a tutti i livelli, non per quello, ma per la doppia personalità, davanti al pubblico, davanti all'elettore predicano cose che poi in privato strausano, perciò oltre all'ipocrisia sono pericolosissimi, che dire dare la caccia al traffico delle droghe e farne uso?Predicare di pagare le tasse e evadere, berlusconi lo sappiamo tutti che evade alla grande,pagare un canone rai che è una tassa politica?Dare licenze edilizie in un territorio scismico,sapendo che prima o poi ci saranno morti, questo paese,mettiamocelo in testa è governato da delinquenti, tutto il parlamento, con annessi e connessi, s'intende commessi, ristorazione, pulizie,regioni,province,comuni,asl,consorzi,ecc ,tutto ciò che comprende la grande macchina è un associazione mafiosa enorme Un altro editoriale del direttore del Giornale, stavolta contro il presidente della Camera "Si potrebbero ripescare vicende piccanti per montare uno scandalo" Da Feltri un altro attacco a Fini "C'è un dossier a luci rosse" L'avvocato Bongiorno: valuteremo iniziative in sede giudiziaria Controreplica del giornalista: "Sarà dura per loro vincere..." Gianfranco Fini ROMA - L'attacco diventa sempre più pesante e sempre più diretto. Un altro editoriale di Vittorio Feltri contro Fini, con una polemica che ricorda il caso del direttore dell'Avvenire, Boffo, poi costretto alle dimissioni. Il direttore del Giornale cita un dossier contro il presidente della Camera e contro uomini a lui vicini in merito a incontri con squillo in sedi istituzionali. Il "fondo" è intitolato "Il presidente Fini e la strategia del suicidio lento", poi un secondo titolo: "Ultima chiamata per Fini: o cambia rotta o lascia il Pdl". Interviene la Bongiorno. La reazione arriva in serata. Con le parole di Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia ma anche legale del capo di Montecitorio: "Inserire in un articolo che si riferisce a vicende politiche e al presidente Gianfranco Fini una allusione generica a un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse' che riguarderebbero personaggi di Alleanza Nazionale, è un fatto gravissimo che lede la reputazione del Presidente della Camera dei Deputati. Valuteremo quali iniziative assumere in sede giudiziaria". La controreplica di Feltri. Commento del direttore del Giornale alle parole della Bongiorno: "L'importante non è fare una querela, ma vincerla. E in questo caso sarà dura. Molto dura". L'articolo del Giornale. Per tutta la prima parte, Feltri parla di politica e spiega tutti gli errori di Fini e i rischi di isolamento che l'ex leader di An starebbe correndo. Poi, all'ultimo punto, il settimo, Feltri passa all'avvertimento: "...(Fini) ricordi anche che delegare i magistrati a far giustizia politica è un rischio. Specialmente se le inchieste giudiziarie si basano sui teoremi. Perché oggi tocca al premier, domani potrebbe toccare al presidente della Camera. E' sufficiente - per dire - ripescare un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza Nazionale per montare uno scandalo. Meglio non svegliare il can che dorme". Il dossier. La vicenda, risalente al 1999, dovrebbe essere la stessa di cui "Il Giornale" ha già scritto a giugno e riguarderebbe un giro di escort che, secondo l'inchiesta avrebbero avuto accesso a Montecitorio per "soddisfare" alcuni parlamentari o loro amici. Tre mesi fa, però, il quotidiano di Feltri ne parlava solo con riferimento a Cesa (Udc) e a uomini dell'entourage di D'Alema. Per questo era stato querelato dall'ex ministro degli Esteri. Le reazioni. Il ministro La Russa se la prende con Daniele Capezzone, che ha difeso Feltri. "Stiamo cedendo all'imbarbarimento della politica". Contro l'editoriale di oggi del Giornale scendono in campo anche i fedelissimi di Fini, in un articolo che appare sul webmagazine della Fondazione Farefuturo, che a lui fa capo: "Ci aspettiamo che gli stessi che un giorno sì, l'altro pure, mattina e pomeriggio, si divertono a far le pulci al presidente della Camera, esprimano uguale preoccupazione e mobilitazione contro l'ennesima sparata di Umberto Bossi". Che ha rispolverato la secessione. Più moderato il commento del sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Ho già detto e ripeto che Fini ha tutto il diritto di porre problemi e temi di dibattito al Pdl e che non può essere criminalizzato e messo in difficoltà per queste sue iniziative". Duro invece il giudizio del deputato Pdl Benedetto Della Vedova: "Forse devo rileggere bene, ma per come l'ho capito io si passa dal giornalismo ad altro: se si ha una notizia la si scrive, altrimenti no, ma ammonire qualcuno perchè stia zitto non è giornalismo, nè giornalismo di inchiesta". Anche l'Udc difende Fini. Gianpiero D'Alia. "Il direttore del Giornale Feltri spieghi a cosa fa riferimento quando parla: se ha elementi concreti, li tiri fuori, altrimenti si scusi". E il senatore Pd Albertina Soliani: "L'editoriale di questa mattina è con ogni evidenza un'intimidazione nei confronti del presidente della Camera". (14 settembre 2009) Tutti gli articoli di politica