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la rai va privatizzata,è la mano della politica,fa schifo

Post n°30 pubblicato il 14 Settembre 2009 da annettafuriosa

la rai va privatizzata,è la mano della politica,fa schifo

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la rai che noi tutti paghiamo è una puttana in mano a persone semnza etica e morale, con il portafogli al posto di cervello e cuore, noi babbei, cretini, ignoranti li manteniamo tutti, berlusconi uomo con fondati sospetti di appartenente alla cupola mafiosa, mantiene i fili, tanto paghiamo noi, dobbiamo vedere quello che vespa rettile rai ci propina da decenni, e meno male che prima o poi tutti moriamo, altrimenti questo sbaverebbe in eternità.
Berlusconi è uomo politico finito, questo è chiaro in tutto il mondo globale politico, ha superato in egoismo politico, e arricchimento personale attraverso la politica perfino gli aguzzini dei paesi tribali, è un uomo finito,ridicolo, e la rai lo foraggia, insomma noi paghiamo delle schifezze, dovremmmo tutti scioperare e non pagare più, i vertici rai non vanno nominati dai politici, la rai va privatizzata, deve fianziarsi e lavorare, e la mantenuta di lusso sella politica, noi lavoriamo e loro ci sfuttano, fanno schifo

I vertici di viale Mazzini "tagliano" la trasmissione di Floris
Il conduttore: "Decisione immotivata". Ruffini: "Noi eravamo contrari"
Da Vespa la consegna delle case in Abruzzo
la Rai cancella la puntata di Ballarò
Rizzo Nervo: "Masi si ricordi che non è più a Palazzo Chigi"
Vespa: "E' un riconoscimento per l'impegno di Porta a Porta"


Giovanni Floris
ROMA - Uno speciale di Porta a Porta in prima serata martedì, dedicato alla consegna delle prime case ai terremotati d'Abruzzo, farà slittare la prima puntata della nuova stagione di Ballarò. Una decisione che il vicedirettore generale Antonio Marano motiva con la volontà di "valorizzare un momento importante per il Paese". Ma che crea polemiche. "E' un atto immotivato ai miei occhi, non riesco a comprenderne le ragioni. Avremmo potuto trattare gli stessi temi dello speciale di Raiuno, non vedo il motivo di sostituirci" commenta il conduttore Giovanni Floris. "Si tratta di una decisione presa contro il nostro parere" sottolinea il direttore di Raitre, Paolo Ruffini.

Marano, però, difende la scelta e nega contrasti: "Per Ballarò non c'è alcun problema, è solo uno spostamento che abbiamo ritenuto opportuno visto il tipo di evento e per non far sovrapporre due programmi di approfondimento". Spiegazioni che non convincono nè Floris nè Ruffini. "Abbiamo
un inviato in Abruzzo da due settimane - spiega il giornalista di Rai 3 -, e la cerimonia del 15 settembre era un avvenimento previsto da prima che presentassimo la trasmissione. Naturalmente poi avremmo parlato anche di altro, di attualità politica e di attualità economica".

Ruffini rincara la dose: "Ho detto al responsabile dei palinsesti che la decisione di stravolgere la programmazione con una comunicazione improvvisa via e-mail, a meno di 48 ore dalla messa in onda del programma, dopo che era già stata tenuta peraltro la conferenza stampa avrebbe inevitabilmente assunto un nuovo sapore e danneggiato l'immagine aziendale". Preoccupazioni che i vertici di viale Mazzini non hanno minimamente raccolto. E che alimenta i timori di chi parla di una volontà "normalizzatrice" da parte dell'esecutivo su Rai 3. "A tutti quelli che mi telefonano allarmati dico che mi auguro che sia solo un episodio sgradevole e grave, e che mi auguro che andremo in onda prima possibile dicendo tutto quello che abbiamo da dire" promette Floris.

Dal suo canto il presidente del Cda Paolo Garimberti (che ha appreso della decisione solo oggi pomeriggio) riconosce che, trattandosi di una "un evento programmato e programmabile, si poteva fare tutto per tempo ed evitare di mettere la Rai al centro di nuove polemiche politiche". Il consigliere d'amministrazione Nino Rizzo Nervo tira in ballo il direttore generale Mauro Masi parlando di "un'azione di disturbo sulla terza rete che ha come fine la sua 'normalizzazione'. Qualcuno dovrebbe spiegare al direttore generale che non è più a Palazzo Chigi e che vi è una profonda differenza tra televisione pubblica e televisione di Stato". Da viale Mazzini, però, si rivendica la legittimità della scelta: ad un evento come la riconsegna delle case ai terremotati è giusto dare il maggiore spazio possibile su Raiuno.

E se il presidente della Fnsi Roberto Natale diche il vertice della Rai "sembra aver smarrito il senso della dignità del servizio pubblico", il cdr del Tg3 vede un attacco all'informazione della Rai: "La terza rete è sotto tiro, si tratta di un colpo durissimo ai principi di
pluralismo che sono alla base del servizio pubblico".

Critico il Pd che, per bocca di Paolo Gentiloni, parla di "un grave tentativo di trasformare la consegna delle prime case ai terremotati di Onna in una sorta di reality show governativo, col premier come protagonista". Mentre Pier Luigi Bersani ricorda l'appuntamento del 19 settembre per la libertà di informazione: "Meglio andare a discuterne in piazza del Popolo sabato prossimo". Replica secca del Pdl: "Lo spostamento è solo un fatto tecnico e le polemiche contro questa decisione suscitano solo "indifferenza". Evita la polemica, invece, Bruno Vespa che definisce la puntata "un riconoscimento" per l'impegno di Porta a Porta nella raccolta di fondi per i terremotati. E proprio a Vespa si rivolge, ironicamente, Massimo D'Alema: "E' evidente che c'è un commentatore principe che offre tutte le garanzie di mettere in giusta luce le opere del miglior presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni. Rivolgo un invito a Vespa: lui non lo dovrebbe permettere. Sarebbe un bellissimo segnale, ma so che forse non accadrà". E sempre sul fronte delle politiche legate all'informazione, l'ex ministro degli Esteri replica agli attacchi del quotidiano Libero: "C'erano estremi per querelare il giornale, ma ho fatto una cosa diversa". Un chiaro riferimento alle scellte del premier che, invece, ha querelato Repubblica e l'Unità.

 
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Gheddafi-Berlusconi connection,spero la lega si sganci,che s

Post n°29 pubblicato il 06 Settembre 2009 da annettafuriosa

Gheddafi-Berlusconi connection,spero la lega si sganci,che s
Post n°182 pubblicato il 06 Settembre 2009 da annettafuriosa
Foto di annettafuriosa

Gheddafi-Berlusconi connection,spero la lega si sganci,che s

io spero la lega capisca e si sganci da una schifezza così, si potrà avere il federalismo pulito, limpido, l'immigrazione controllata ed umana come è dove governa la lega, ma togliersi da una alleanza con un mafioso è un obbligo morale ed anche salvaguardia, perchè berlusconi alle prossime elezioni perderà alla grande, non è un uomo è solo un delinquente incallito, fa comunella con grddafi, poi con chi
'con l'iran, ma che vada ad abitare ils uo mausoleo, una nazione trascinata da affari suoi personali, noi allo sbando per un nano pelato e rifatto con cerone e tacchi che tutto il mondo mette al suo giusto ruolo, un pagliaccio ingordo, PENSO PEGGIO PURE DI MUSSOLINI, LA LEGA SI SMARCHI CHE CI GUADAGNAmo tutti
si faccia il federalismo e si controlli l'immigrazione, si aiutini i popoli affamati, i popoli non i dittatori che come berlusconi pensano ad un insano saccheggio dei beni e fanno morire la gente di fame


Il Guardian scava nelle operazioni finanziarie e lancia l'accusa di conflitto d'interessi
I negoziati tra i due paesi potrebbero essere influenzati dagli affari comuni dei due leader
Gheddafi-Berlusconi connection
"Ecco come fanno affari insieme"
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - Ci sarebbe qualcosa di più dei reciproci vantaggi politici, nell'amicizia tra il primo ministro italiano e il leader libico: tra i due esiste "un altamente discutibile comune interesse negli affari". Così scrive il Guardian, in un articolo che, andando a scavare dentro una serie di operazioni finanziarie, accusa Berlusconi di un "decisamente sconcertante conflitto d'interessi, da aggiungere ai tanti che egli ha già in Italia". Il quotidiano londinese titola il suo scoop "La Gheddafi-Berlusconi connection": in realtà le notizie in questione erano già circolate nel nostro paese, anche se nessun organo d'informazione le aveva trattate con particolare attenzione, mentre secondo il Guardian si tratta di una faccenda che "meriterebbe la prima pagina in qualsiasi giornale europeo". Le rivelazioni fatte dal giornale di Londra contengono inoltre, secondo quanto appurato da Repubblica, un errore; ma una "connection d'affari" tra Berlusconi e Gheddafi indubbiamente esiste.

Il Guardian scrive che in giugno, come riportato "da una piccola agenzia di stampa italiana, Radiocor", una società libica chiamata Lafitrade ha acquisito il 10 per cento della Quinta Comunication, una compagnia di produzione cinematografica fondata da Tarak Ben Ammar, storico socio di Berlusconi. Lafitrade è controllata da Lafico, il braccio d'investimenti della famiglia Gheddafi. E l'altro partner di Ben Ammar nella Quinta Comunication è, "con circa il 22 per cento" del capitale scrive il Guardian, una società registrata in Lussemburgo di proprietà della Fininvest, la finanziaria di Berlusconi.

Il quotidiano londinese aggiunge un altro motivo di conflitto d'interesse: il fatto che Quinta Comunication e Mediaset, ossia l'impero televisivo di Berlusconi, possiedono ciascuna il 25 per cento di una nuova televisione via satellite araba, la Nessma Tv, che opera anche in Libia, sulla quale il colonnello potrebbe esercitare influenza attraverso la quota che ha rilevato nella Quinta Comunication. Interpellato da Repubblica, Ben Ammar ha spiegato ieri che Nessma Tv è di proprietà sua, al 25 per cento, di Mediaset per un altro 25 e di due partner tunisini per il restante 50. L'ingresso di Gheddafi in Quinta Comunication, ha aggiunto, è avvenuto nell'ambito di un aumento di capitale ma solo perché interessato alla produzione di film sul mondo arabo. Quindi solo progetti cinematografici. E l'aumento di capitale non è ancora concluso, ma al termine dell'operazione il Colonnello dovrebbe avere una quota del 10 per cento.

Il Guardian sottolinea comunque il fatto che il legame d'affari tra Gheddafi e Berlusconi rappresenta un conflitto d'interessi: i negoziati tra i due paesi su immigrazione, compensazioni coloniali, investimenti, la visita del premier italiano a Tripoli alla vigilia delle celebrazioni per il quarantennale della presa del potere da parte del colonnello, sarebbero solo una parte della storia, se "i due leader sono connessi da qualcosa di più della convenienza politica". E il quotidiano londinese si meraviglia che sulla stampa nessuno abbia finora "richiamato l'attenzione" su questo collegamento.

Sulla Berlusconi-story ieri è tornato anche un altro giornale britannico, il Financial Times, parlando di due libri usciti recentemente in Italia sul premier, Il sultanato di Giovanni Sartori e Papi di Gomez, Lillo, Travaglio. Il quotidiano della City ne trae questa conclusione: "Il Sultano di Roma ha avuto una torrida estate. Quando comincerà la nuova stagione politica, sapremo quanto è stato danneggiato e se sia possibile che venga rimpiazzato, dalla sinistra o più probabilmente da uno dei suoi alleati".

(6 settembre 2009) Tutti gli articoli di politica

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Tornerò in piscina col burkini , la rimanderei al suo paese

Post n°28 pubblicato il 21 Agosto 2009 da annettafuriosa

Tornerò in piscina col burkini , la rimanderei al suo paese
 
 
Citazione:
ignorante più di un animale altro che

mediatrice culturale
, si ma di che cultura, quella arcaica che da noi non c'è più da tremila anni?Non si si rende conto che a me come donna il suo ridicolo costume oltre a farmi incazzare mi fa solo schifo, questa sua ridicola esibizione di castità,di inciviltà,sottomissione la maschio, io non la voglio nel mio paese, e chiedo alla lega di fare in modo che sia proibito il burka, il burkino e la varie mascherate, perchè offendono noi come donne, come madri e future generazioni, noi che abbiamo lottato per la parità dei diritti, non possiamo tollerare oltre questo schifo che spacciano per cultura, quale cultura, che cultura, quella dei telebani?Quella che frusta, taglia le mani, uccide a sassate le adulture, ma io chiedo veramente che gente è, non riesce ad acculturarsi al nostro paese sia rimandato immediatamente nel suo, un conto è essere turisti, un conto è cittadino, e siamo tutti eguali, dunque basta con la menata ramadam, basta col fatto che se uno ha sete deve essere ricoverato in ospedale durante il ramadam, ma al suo paese manco l'hanno l'ospedale, chi lo paga l'ospedale ,io?
Insomma quanto ci costa l'islamico a noi, a conti fatti ci rimettiamo in soldi e in cultura, mettiamo a rischio la nostra democrazia, basta vanno rimandati a casa loro, oppure accettano i nostri modi di vivere, la lega si muova e si faccia sentire, non con le balle ma con leggi adeguate




«Tornerò in piscina col burkini
fa paura ai genitori, non ai bimbi»
Najat: a Bibione nessun problema. La donna è una mediatrice culturale marocchina. E parla per la prima volta

Najat Rezki (foto Corriere del Veneto)

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Musulmana in piscina col «burkini», le mamme: «Spaventa i bambini»
VERONA — «Tanto ci ritor­no». Parla. E lo fa con il sorri­so, Najat Rezki, la donna ma­rocchina che entrò in piscina, qualche giorno fa (alle «Santi­ni»), con quel costume che nessuno (o in pochi) ricono­sceva come tale: il burkini (un'unione tra i termini biki­ni e burka). Scalpore. Polemi­che. Pure lo spavento di qual­che bambino secondo i re­sponsabili della piscina che le chiedono di mostrare l'eti­chetta «perché deve seguire le norme igienico-sanitarie». Lei, musulmana, deve se­guire i dettami della propria religione, che le impone di co­prire il corpo sempre. Anche in piscina. Parla, e lo fa per­ché vuole, una volta per tutte, chiarire la situazione. Elimina­re equivoci o problemi. Najat, quel giorno, voleva solo fare un bagno in piscina. Indossan­do il suo burkini. Vittima? «Ma chiariamoci - dice la pro­tagonista ai microfoni di Tele Arena - il termine burkini non esiste. Io lo chiamerei so­lo costume. Perché è quello che è. Nient'altro». Entra in ac­qua, ma dopo poche braccia­te, le prime voci. I mugugni, le proteste. «I bambini si spa­ventano» dicono alcune mam­me, chiedendo di allontanar­la: «Macché spavento - ribat­te ora lei - è stata solo una mossa per venirmi contro a tutti i costi».

«La nostra sorella ha sba­gliato a presentarsi in una pi­scina vestita in quel modo, non si deve assolutamente provocare nessuno - aveva detto in tempi non sospetti Mohamed Guerfi, il portavo­ce del Consiglio Islamico vero­nese - . Se c’è una regola che vieta di fare il bagno con i ve­stiti, va rispettata e invito la sorella a contattarmi perché le vorrei dare personalmente il mio parere». Parla, Najat. Ma con il sorriso, il suo italia­no sciolto perché vive a Vero­na dal '96 e lavora come me­diatrice culturale. E’ rimasta sorpresa dal clamore suscita­to da questa vicenda. Tiene in mano il «costume della discor­dia». «Allora, ve lo descrivo questo burkini. Il mio è azzur­ro, un tre pezzi normalissi­mo: pantaloni, giacchetta e co­pri capo. E come scritto sul­l'etichetta - racconta - è fab­bricato con gli stessi materiali di tutti gli altri costumi in ven­dita: 70% tra acrilico e nylon, perfetto per entrare in pisci­na, nessuna controindicazio­ne, anzi. Ma non solo per la pi­scina».

Già, non solo. Perché dopo la polemica delle mamme alle piscine San­tini, Najat se n'è andata a nuo­tare a Bibione. Lì nessun pro­blema, anzi. «Al mare nessu­no ha detto nulla. Certo, c'era curiosità perché mi rendo conto che non si veda tutti i giorni un costume simile, ma non si sono spaventati o sono rimasti sconvolti. Ed è pro­prio questo l'atteggiamento corretto da tenere, a mio avvi­so - dice - . Bambini spaventa­ti? Questa è solo un'invenzio­ne per giustificare quello che è successo a Verona - dice - . A Bibione i bambini mi nuotava­no vicini e non si facevano problemi. Se la gente vuole co­noscere dev'essere curiosa». E ancora: «I bambini non c’entrano niente. Io con i bam­bini, anche alla "Santini" mi sono divertita e con loro ho scambiato sorrisi. Ci lavoro con i bambini, non ho proble­mi a rapportarmi con loro che ragionano in modo semplice e vedono le diversità come qualità, non difetti. Lo spa­vento dei bambini è solo una scusa per coprire la parte raz­zista delle mamme. E poi non siete voi che dite che le donne musulmane sono chiuse e non escono di casa, che do­vrebbero integrarsi? Ma come possiamo fare se non abbia­mo la libertà di fare ciò che possiamo fare, rispettando co­munque i nostri valori senza urtare i vostri? Nessuna pau­ra, nessun timore, quindi. Ma solo curiosità. Perché è quella che dovrebbe muovere le menti. In piscina? Beh mi sembra ovvio: certo che ci tor­no Non vedo il motivo per cui dovrei rinunciarci» Della se­rie: il problema è vostro. Do­vrete abituarvici.

Matteo Oxilia

 
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gabbie salariali no, contingenza si, craxi è stato rovina pe

Post n°27 pubblicato il 10 Agosto 2009 da annettafuriosa

gabbie salariali no, contingenza si, craxi è stato rovina pe

gabbie salariali no, contingenza si, craxi è stato rovina pe
gabbie per i parlamentari, dico a vita e sul serio, per noi ci basterebbe la scala mobile che quel delinquente di crai ha tolto, visto che era un venduto al capitale, abbiamo il risultato del suo operato, berlusconi silvio, lui straricco, noi pensionati con il reddito dimezzato, quando penso ai craxi penso ai maiali, cioè robba da porci venduti.
Che mi ridiano i miei soldi, quelli che si sono mangiati in 10 anni, se ieri con un milione la vita era norrmale, oggi con 500 euro mensili si è dei poveracci, questo il parlamento deve discutere, invece i franceschini con i berluschini fanno parlate raffinate alla faccia nostra, si perchè loro che ci succhaino sangue pigliano 30.000 euro mensili, e che li sposti più di lì. Importante è restare nella politica il resto non gliene frega niente a nessuno,noi lo dobbiamo capire e mandarli a calci nel culo alle rispettive origini con le pezze al culo


DARFO.jpg

 
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benzina costa 54 cent al litro, il resto sono tasse, cioè 81

Post n°26 pubblicato il 07 Agosto 2009 da annettafuriosa

benzina costa 54 cent al litro, il resto sono tasse, cioè 81
Inviato: 7-08-09 12:27
 

81 cent di tasse + 54 di costo reale fanno 1,35 che noi paghiamo, allora questo stato che ci succhia il sangue, che ci disidrada, che ci strozzinaggia, questo stato fatto di un parlamento costosissimo, il più costoso al mondo, il più mafioso, il più sfacciato, che ci deruba da sempre, ma perchè non vanno a lavorare,boicottiamo lo stato, non alimentiamo il mantenimento di zecche, perchè questo sono, dal presidente della repubblica costossissimo pure lui, al consulente comunale, non lavorano ci rubano oramai il sangue,producono solo debiti, ingrassano solo loro, abbiamo un governo da sempre mafioso, e lo dimostra la morte di della chiesa, borsellino, falcone e tutte le persone giuste che hanno tentato di porre fine alla mafia politica, boicottiamo , non comperiamo ciò che è statale, devono sparire, sono solo secche
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