Taste in men

10.000 meters


Il volo di ritorno è un free seats con troppi inserti giallo acceso che disturbano e mettono ansia. Non ci sono due posti contigui, siamo tra gli ultimi a imbarcarci. Ho preferito fare il filo alla coppietta di liverpool che avevo intravisto al pub del barrio gotico durante il primo tempo della partita della nazionale. Certo che lui era solo un sogno. Saliti dalla coda incrocio lo sguardo scuro e intenso come la sua pelle. C'è un posto vuoto accanto a lui. Dico a M. che rimango lì. Sistemo il trolley nella cappelliera e mi fa accomodare. E' gentile e attacca subito a parlare. Mi racconta. E' tunisino, vive a milano fa l'autista ed è fidanzato a barcellona. Non perdo tempo chiedo e sorrido. I sedili stretti quanto basta. Ginocchio a contatto forzato. Sul decollo non mi accorgo nemmeno della mano morta sulla sua gamba, talmente è routine. A tratti ho voglia di addormentarmi. Vorrei fare l'escalation verso il centro del suo piacere. Ha i respiri accelerati d'ansia. Il volo è talmente breve che non ho la forza di agire. Mi agito e non reagisce, non si discosta continua a parlarmi. Quando siamo su genova sento che ho i minuti contati. 20. Ho le dita sulla sua tasca. Non è entusiasta né infastidito. Manda qualche occhiata alla mia erezione sotto i bermuda. Cerca di stare distratto. Gli guardo le mani tra le gambe, la sporgenza sotto la tela sbiancata del jeans. Non so se comprende quello sta accadendo. Decido di partire all'attacco. La mano non + sulla tasca ma ormai e nell'interno coscia lungo la cintura. E' impossibile che non sappia che sono lì. Mi guarda truce solo quando gli sfioro il sesso, deliberatamente. Lo guardo con sfida. Retrocedo di qualche centimetro ma tengo ferme le mie posizioni. Attendo che le luci si spengano x l'atterraggio. Mi chiede se puo' venire in auto con noi. Dico vedremo. Quando è buio nella fusoliera torno all'arrembaggio. Gli afferro li sesso con le dita della mano dx, in un contorsionismo improbabile. Lo sento gonfiarsi e reagire dopo pochissimi solleciti. Voglio saggiarne tutta la consistenza, ma sarà che mi aspettavo di meglio e forse sarà x l'eccitazione di entrambi, mi fa cenno di smettere. Sono imbarazzato. Forse non mi sono nemmeno accorto dell'atterraggio. Mentre l'aereo rulla verso il finger gli chiedo scusa. Gli lascio il mio numero di telefono che forse non salva neanche. Viaggia solo con il carica batteria del telefonino. Quando si alza me lo studio x bene. Sedere poderoso, attributi all'apparenza prepotenti. Vorrei strusciarmi addosso quel ben di dio e assaporarne a fondo l'odore di spezie e cous cous. Mentre ci avviamo verso l'uscita dell'aeroporto mi chiede se abito da solo. M. rabbrividisce all'idea di un passaggio in auto. Lo liquido con poche scuse e parole inutili. Rimprovero M. x tutto il viaggio x avermi fatto perdere l'ennesima gen du maghreb. Lui è sempre più allibito per le situazioni in cui riesco a cacciarmi. Ormai è fuori discussione: non possono resistermi.