capitolo uno

ispirato....nn sono uno scrittore


Avevo 17 anni. Appena sveglio, gia pensavo a cosa avrei dovuto dire ai miei per giustificare la  mia probabile bocciatura. Era stato un anno piuttosto strano. Non ero per niente motivato, non avevo voglia di studiare.Apatia totale.Mi feci coraggio e mi alzai. Faceva gia caldo. Andai in cucina, feci colazione, mi preparai e usci di casa. Appena arrivai a scuola incontrai la mia ragazza che appena mi vide mi diede un bacio e come ogni giorno mi disse: “Che hai?”. E io come ogni giorno le rispondevo: “Niente”. Non era vero. Lessi i risultati e incredulo mi resi conto che non ero stato bocciato. Avevo solo un debito in matematica e fisica. Io ero… diciamo felice. Mio padre lo sarebbe stato meno. Appena tornai a casa ci fu una lite furibonda.“Quest’estate la passerai sui libri!” mi urlava. A me non importava.Chiamo subito un suo amico, e lo prego di darmi ripetizioni. Lui accetto.  Il girono dopo  lui era a casa. Un giovane collega di 30 anni. Mi tranquillizzo subito, e mi disse che dopo quest’estate la matematica sarebbe diventata una mia grande amica. Io avevo i miei dubbi.Quel suo modo di fare rassicurante mi colpì. Il giorno seguente andai a casa sua. Una villa megagalattica, con un giardino immenso e una bellissima piscina. C’era sua moglie. Una donna bellissima. Inizio cosi la mia tristissima estate. Con marco. Lui era sempre molto gentile con me. Il suo modo di fare mi affascinava sempre di più. Giorno dopo girono. Iniziavo a provare delle sensazioni strane. Il suo profumo m’inebriava. Il suo sguardo s’insinuava dentro di me.Che mi stava succedendo?Un pomeriggio poi ... Sua moglie non c’era. Faceva molto caldo. Appena arrivai, mi chiese se volevo bere del the freddo. Io gli risposi di no . Quel giorno lui era particolarmente premuroso. Io avevo il cuore che mi batteva forte, ma non capivo il perché. Ridevo. La lezione duro molto poco, lui non aveva molta voglia, io poi, non stavo nemmeno ad ascoltare quello che diceva . Ero intento a scrutare ogni parte del suo viso. Quando si accorse che la mia testa era altrove, chiuse il libro e mi disse: “Ti va di fare un tuffo in piscina?” .E io: “Si!”Andammo in giardino e mi disse, che se volevo potevo prendere un suo costume. Io dissi che avrei fatto il bagno in mutande. Inizio a spogliarsi ed io feci altrettanto. Mentre mi spogliavo, lui era di fronte a me e non potei fare a meno di guardarlo. Il cuore andava a tremila. Diventai paonazzo. Lui se ne accorse, e mi sorrise.Il suo corpo statuario mi stravolse. Non avevo mai provato una simile sensazione. Ci tuffammo e facemmo il bagno. Lui mi prendeva in giro per il colore della mia pelle. Io ridevo. Mi stavo divertendo. In giardino c’era un bagno.  Mi disse che andava a farsi la doccia e che se volevo potevo farla anche io. Lo segui. Si tolse il costume, e a quel punto mi eccitai. Ero fortemente imbarazzato.Il mio imbarazzo pero non mi paralizzo. Anzi! Lui sorrise. Non esito ad abbracciarmi. La sua reazione mi sorprese molto e mi eccitava sempre di più. Eravamo nudi.Sentii il suo grosso cazzo su di me. Era durissimo.Lui mi tranquillizzo e mi bacio. In quel momento un fuoco attraverso il mio corpo, mi sentivo bruciare. La mia lingua entro nella sua bocca calda e incontro la sua. Sentivo la sua barba sul mio viso. Non resistetti. Gli toccai il cazzo. Lui mi guardava negli occhi. Glielo stringevo e a lui piaceva. Piaceva anche a me. Finimmo sul pavimento e io iniziai subito a baciarlo mentre lui mi stringeva. Sentivo i sui muscoli tonici. Gli baciai il petto, e poi scesi per prenderglielo in bocca. Divorai subito la sua grande cappella viola e poi inizia a leccarlo. Sentivo  che godeva. Godevo anche io. Mi disse che ero bravo con la bocca. Mi chiamò troia. Io mi eccitavo sempre di più.  Mi accarezzava. Poi mi bacio. Mi disse che voleva scoparmi per bene. Inizio ad accarezzarmi e io capi. M’infilo prima un dito. Ero eccitatissimo. Mi fece mettere a carponi,  e si avvicino col suo cazzo. Pian piano inizio a penetrarmi. Mi chiedeva se mi  stessi facendo male. Io gli dissi di sì, ma volevo che continuasse. Faceva malissimo ma io resistevo. Il suo grande membro era dentro di me. Lui mi stringeva e mi diceva che stava godendo. Anche io iniziavo a godere. Ansimavo. Lui anche e inizio a muoversi facendomi sentire quella verga dura. Mi disse: “Troia! Hai un culo stupendo!”. Io sorrisi. Lui mi sbatteva e mi faceva ansimare. Era dietro di me, mi stringeva e mi spingeva il suo cazzo. Il ritmo aumentava. Io impazzivo. Mi prese dai fianchi, e mi sbatteva il suo cazzo violentemente. Mi disse che stava venendo.  A quel punto si fermo. Mi disse di prenderlo in bocca e io non esitai. Dopo un po’ un urlo di piacere. Un liquido caldo inondò la mia bocca. La sua sborra calda. Io ingoiai e lui mi passò il cazzo tra le labbra. Poi, sfiniti, cademmo  sul pavimento e  mi abbraccio forte e mi bacio. Il mio cuore stava per esplodere. Ero felice.