Il viaggio

CIO' CHE NON HA POSTO


Tutto cominciò un giorno, quando l'ordine e l'accurata organizzazione furono rotti da un'iniziativa presa a fin di bene: cambiò posto alla chiave della cantina. Non la ripose più sulla mensola del telefono (posto troppo affollato, in effetti), ma la riparò nella cassetta dove raccoglieva le bollette appena pagate. Quale calcolo o arcano pensiero l'avessero condotta a un simile cambio non è dato sapere, ma questa azione si perse presto nel sottoscala della memoria.Qualche giorno dopo imboscò il resto di una spesa nella tasca di una giacchina blu di cotone.Ma fu solo alla sesta settimana, quando sparì anche il telecomando del televisore (e non fra le fauci dei cuscini del divano) che la situazione sfuggì completamente di mano. Ogni cosa non fu più al suo posto da quel momento: il pettine finì sui libri dell'ultimo scaffale della libreria, la forbice preferì la compagnia delle piante tra i vasi del balcone, il telecomando del cancello fuggì sotto un sedile della macchina, il cellulare (ovviamente spento) si perse tra le bustine di lievito in cucina, la penna stilografica andò in letargo, non si sa bene come, sotto il materasso, un cacciavite si insinuò tra le forchette ... insomma ogni cosa spostò il suo domicilio altrove.Così cercava invano un oggetto per giorni poichè indispensabile per un lavoro che aveva deciso di fare e lo ritrovava settimane dopo, visitando altri luoghi, quando ormai non serviva più. Imparò allora il significato del termine "duttile", quando cominciò ad utilizzare le cose di cui disponeva sul momento per scopi diversi da quelli per cui erano state progettate. Non cercò più gli oggetti spariti, si adattò alla situazione e scoprì nuovi usi e nuovi modi di vedere le cose e questi punti di vista cambiavano in continuazione, così come cambiavano le organizzazioni e gli ordini interni.Fu proprio questa perdita di controllo che diede ragione al vecchio assioma "di necessità virtù", per cui niente era più indispensabile nella sua vita e men che mai permanente.Non fu più indispensabile andare a letto per dormire, non dovette necessariamente accendere la tv per non pensare, ma soprattutto non restò più alcun motivo di rabbia e frustrazione dal momento che ogni problema o contrattempo duravano il soffio di un respiro.Anche le emozioni avevano iniziato a cambiar posto rapidamente.