E se prima ella era stanca e spossata da morire, ora, contemplando senza mai saziarsi la bellezza del volto divino, si sentiva riavere. Ella mira il biondo capo e l’abbondanza dei capelli umidi d’ambrosia; sul collo bianco come il latte e sulle guance rosate ella vede le ciocche dei capelli distribuirsi ed allacciarsi graziosamente, in modo che le une coprono la fronte e le altre la nuca, facendo impallidire, con lo splendore lucente che irraggiavano, persino il chiarore della lucerna. Sugli omeri dell’alato Dio le bianche ali brillavano come fiori luccicanti di rugiada e, sebbene giacessero in stato di riposo, le loro piume molli e delicate palpitavano tremule con capricciosa irrequietezza. E tutto il resto del corpo era liscio e splendente, e tale, insomma, che Venere può ben vantarsi d’essergli madre.(Tratto da "La favola di Amore e psiche" di Lucio Apuleio)
Stelle
E se prima ella era stanca e spossata da morire, ora, contemplando senza mai saziarsi la bellezza del volto divino, si sentiva riavere. Ella mira il biondo capo e l’abbondanza dei capelli umidi d’ambrosia; sul collo bianco come il latte e sulle guance rosate ella vede le ciocche dei capelli distribuirsi ed allacciarsi graziosamente, in modo che le une coprono la fronte e le altre la nuca, facendo impallidire, con lo splendore lucente che irraggiavano, persino il chiarore della lucerna. Sugli omeri dell’alato Dio le bianche ali brillavano come fiori luccicanti di rugiada e, sebbene giacessero in stato di riposo, le loro piume molli e delicate palpitavano tremule con capricciosa irrequietezza. E tutto il resto del corpo era liscio e splendente, e tale, insomma, che Venere può ben vantarsi d’essergli madre.(Tratto da "La favola di Amore e psiche" di Lucio Apuleio)