Tea Time

Haru


"L'AQUILONE ANCHE IERI NEL CIELO AL SOLITO POSTO "Chiyo Jo
A 25 anni mio padre imparò a fare aquiloni giapponesi. No aveva molto tempo libero con lavoro, tempo libero trascorreva con amici italiani o a corteggiare le donne. Quando arrivò madre cominciò a fare cose giapponesi. Apprezzò cibo, annusò Sakura di fiori nuovi, imparò a stare quieto in cerimonia di tè, provò a costruire aquiloni. Sopratutto wanwan che si fanno in nord di isola di Shikoku. Questi sogni che volano sono fatti quasi rotondi e forma no aiuta con bacchette di bambù da tendere e piegare. Poi ha imparato che ogni aquilone ha bisogno di bambù adatto a lui e che c'è bambù adake che è maschio e bambù medake femmina. No so ancora come lui ha potuto fare tutto questo lavoro di molta pazienza, lui che molto agitato in atteggiamenti e sempre in movimento, ma ha fatto. Il suo primo aquilone dice, era rosso con niente disegno perchè doveva fare in fretta per mostrare in volo a madre. Poi dipinse di più altri con più tempo perchè già era sposato con madre! I wanwan sono in genere molto grandi e vogliono molti uomini per decollo, quelli di padre erano più piccoli come quelli che molti oggi si fanno in festa di aquiloni in Giappone. Io conservo mio aquilone fatto per me e tengo con cura anche se un poco sgualcito. No faccio più volare da anni ma tengo appeso a parete di studio e guardo ogni giorno.Quando è triste giornata, penso a tristezza che deve avere aquilone, senza più vento e niente nuvole. Resta sua memoria forse, tra fibre di washi kozo e fuiri notake bambù e mia molto più poco nobile materia.