TeatrodiFollia

La terra sotto ai piedi


Aveva sempre avuto una paura fottuta di volare. Lo aveva letto cento volte che la probabilità di morire a causa di un guasto aereo era notevolmente minore del rischio che correva mettendosi alla guida della sua Lancia Y vecchio modello, ogni mattina per andare al lavoro. Non bastava. Il fatto di non capire come quell’apparecchio che pesava tonnellate riuscisse a librarsi nell’aria proprio la terrorizzava. E poi a che cavolo poteva mai servire quel maledetto salvagente posto sotto al sedile, una volta che l’aereo in picchiata andava a schiantarsi al suolo a Brooklyn? –Stronzate,- pensava – Tutte stronzate-. Continuava ad avere una paura fottuta di volare. Neppure lei sapeva per quale motivo aveva preso quel volo per Parigi. Di Febbraio poi. Con quel freddo. Non ne conosceva il motivo, Emma aveva trovato un biglietto aereo a suo nome, tra lo stipite e la porta, quella sera al rientro dalla serata brava con la sua amica.Prese la busta sospetta tra le mani e dentro, oltre alla prenotazione di volo prevista per il 14 Febbraio alle ore 9:00 a.m. un messaggio: “Ti aspetto alle ore 12:00 ai piedi dell’Arco di Trionfo”.Abbassò gli occhi sul polso destro, il datario del suo Festina diceva ormai 13-02, ormai perché erano le due del mattino. –Cavolo ma il 14 Febbraio è domani – Aveva solo 24 ore per prepararsi. Sorrise quando finalmente realizzò che non sapeva chi aveva messo lì quella busta, quando rifletté sul fatto che non sapeva perché e soprattutto cosa doveva andare a fare a Parigi, e nonostante tutto il suo primo pensiero era stato quello che mancavano solo 24 ore.CP