teatrando... forse

kaddish per mia madre


mia madre, ancor giovane, passò alla casa del padre improvvisamente, in un mattino d'agosto, mentre ero in giro alla ricerca di qualcosa.... la sera prima avevo a lungo parlato con un giovane hare krishna, al mattino ,nell'ora in cui mia madre passò,  mi ero svegliato improvisamente, ero uscito dalla tenda, ed ero andato a pregare ritrovando nella memoria le preghiere confuse di un tempo... così... d'istinto.... poi ritornai alla tenda e mi ricoricai a fianco della ragazza che ora è mia moglie.... dopo qualche tempo arrivò il giovane con cui avevo parlato la sera prima e mi disse, con voce calma e dolce ..... come stordito, un automa, smontammo tutto, con gli amici  e salimmo in auto per tornare a casa.... poco dopo volli fermarmi in un grande autogril, sembrava enorme, a più piani, sembrava il mondo intero; telefonai a casa..... volevo parlare con mia madre.... mi risposero che non c'era più.... il telefono pubblico stava ai piedi di una scalinata dove saliva e scendeva una miriade di persone che mi sfioravano indifferenti..... sentii soffocarmi, un nodo alla gola che con singulti si sciolse in un pianto soffocato che non riusciva ad esplodere..... dei giapponesi mi guardarono ridendo.... per tutto il viaggio verso casa il mio pensiero da bambino alla morte dei miei zii: sono in catalessi, si sveglieranno.... mentre l'auto arrivò in paese, mi comparve il manifesto col nome di mia madre... poi lei stesa sul letto con un sorriso serafico e leggero.... il suo sorriso, sembrava dormisse... quando tutti, a notte, lasciarono la stanza rimasi con lei... sentivo il mio cuore spezzato.... un dolore forte, fisico.... poi, nell'avanzare della notte, il dolore divenne angoscia.... poi l'angoscia, non sfuggita, al suo culmine, divenne tristezza, profonda.... ed infine si trasformò in malinconia..... era tornata alla casa del padre.... aveva terminato il suo viaggio terreno..... così doveva essere.... così è.... una sensazione strana.... la sua presenza dentro di me.... provai una serenità mai provata prima.... ora toccava a me trovare la mia strada per il ritorno alla casa del padre.... avrei voluto sotterrarla con le mie mani.... ridare il suo corpo alla terra.... la sua presenza sottile ormai in me.... giochi della vita: l'avevo già vista, qualche tempo prima, in uno di quei viaggi chimici, mentre ascoltavo un'opera classica, non ricordo se era mahler o puccini, salire al cielo dal terrazzo della soffitta, il suo angolo di lavoro casalingo, con un vestito di bianca sposa mentre il mio cuore si struggeva... e lei, salendo, mi rassicurava sorridendo.....